Tempi difficili per i consumatori
22.01.2025
Il 2024 si è rivelato un anno particolarmente difficile per le tasche dei consumatori e il 2025 si apre con prospettive tutt’altro che rosee. Il carrello della spesa sempre più vuoto, gli scontrini più lunghi, le bollette in aumento e il portafoglio che si svuota rapidamente, sono chiari segnali di un’emergenza economica che sta colpendo le famiglie italiane. Il caro-vita è ormai una realtà con cui dobbiamo fare i conti.
Alimenti, energia, trasporti e servizi: nessun settore è stato risparmiato dagli aumenti. Le conseguenze si riflettono pesantemente sulle abitudini quotidiane, rendendo sempre più difficile arrivare a fine mese, risparmiare per il futuro o concedersi piccoli piaceri.
I DATI ISTAT: UN QUADRO PREOCCUPANTE
Secondo gli ultimi dati dell’Istat, nel 2024 i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1% rispetto al 5,7% del 2023. In particolare, i prezzi del “carrello della spesa” sono aumentati del 2% nel 2024, dopo un incremento del 9,5% l’anno precedente. È vero che gli aumenti sono meno consistenti, ma in Italia il forte rincaro degli ultimi due anni ha fatto sì che i prezzi non siano diminuiti. Anche se crescono meno, i prezzi restano comunque elevati. Inoltre, le aziende ricorrono sempre più spesso alla shrinkflation, la cosiddetta “sgrammatura” – quando le confezioni si fanno più piccole e il contenuto diventa più leggero, ma il prezzo non scende – una strategia subdola che penalizza ulteriormente i consumatori. Tutto ciò conferma un quadro allarmante: i prezzi continuano a salire e le famiglie italiane fanno sempre più fatica a far quadrare i conti. Non va meglio neanche sul fronte delle vendite al dettaglio che, a novembre 2024, sono diminuite sia in valore che in volume, segno evidente che i consumatori stiano riducendo le spese.
BOLLETTE IN AUMENTO: ENERGIA E GAS
Nel primo trimestre del 2025, la bolletta elettrica per i clienti vulnerabili in Maggior Tutela aumenta del 18,2%. Questo incremento è legato alle dinamiche dei prezzi del gas sul mercato all’ingrosso, influenzati dall’instabilità geopolitica e dalle temperature invernali. La spesa annua per le famiglie raggiungerà i 523 euro. Per il gas, si stimano aumenti tra il 9% e il 10% per le bollette delle famiglie tipo. I prezzi del gas, dopo una fase di crescita, si sono stabilizzati intorno ai 50 euro per megawattora. Tuttavia, la situazione rimane delicata, anche se non si prevedono aumenti drastici come quelli del 2022, quando i prezzi superarono i 100 euro per megawattora. Molto delicato poi è il tema del disaccoppiamento. Attualmente, in Italia, il costo dell’elettricità viene in gran parte determinato dal prezzo del gas, anche se una quota significativa dell’energia proviene da fonti rinnovabili. Nonostante la crescita, seppur più lenta rispetto al passato, il costo del gas continua a influenzare l’aumento delle bollette. Da questo punto di vista ci chiediamo che fine abbia fatto l’impegno di ridurre gli oneri di sistema e le accise, che incidono per il 30% sulle bollette. Questa rappresenta una delle nostre battaglie principali: ridurre queste voci di spesa potrebbe offrire un sollievo immediato ai consumatori.
ASSICURAZIONI, CARBURANTI E TRASPORTI: COSTI SEMPRE PIÙ ALTI
L’indagine dell’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) sui contratti di novembre 2024 ha rilevato che il prezzo medio dell’RC auto è rimasto stabile rispetto a ottobre a 416 euro, con un aumento annuo del 6,6%. E dal 1° gennaio 2025 sono scattati aumenti anche dell’1,8% sui pedaggi autostradali lungo le tratte gestite da Autostrade per l’Italia. In salita anche il prezzo dei carburanti, arrivato al massimo dall’agosto scorso. A tal proposito, bisogna ricordare che le accise rappresentano una parte consistente. Nonostante le promesse politiche di ridurre queste imposte per alleviare il peso sui consumatori, si discute ora addirittura di un possibile aumento delle accise sul gasolio.
LE CAUSE DELL’AUMENTO DEI PREZZI
Ma perché tutto costa di più? Le cause sono molteplici: la crisi energetica, l’inflazione persistente e l’aumento dei costi delle materie prime. Questa combinazione di fattori ha determinato un generale rincaro dei prezzi, incidendo su quasi tutti i beni e servizi di consumo.
POTERE D’ACQUISTO IN CADUTA LIBERA
La combinazione di costi in aumento e redditi fermi sta impattando negativamente sulla vita delle persone costrette a scelte sempre più difficili tra necessità e rinunce e pressate da un crescente senso di precarietà economica. Il potere d’acquisto delle persone è in caduta libera, tra lavori precari che non garantiscono stipendi dignitosi, contratti bloccati, bassi stipendi e pensioni magre, è necessaria un’azione urgente.
Per Anna Rea, Presidente Adoc nazionale, è urgente un intervento concreto e incisivo da parte del Governo per contrastare il caro-vita, tutelare il potere d’acquisto delle persone e scongiurare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie. Misure mirate al contenimento dei prezzi, al sostegno dei redditi e al controllo delle speculazioni sono indispensabili per affrontare questa emergenza e garantire un futuro più sereno per i consumatori. Sebbene le iniziative intraprese, come l’istituzione di osservatori territoriali, siano utili per individuare le speculazioni, non sono sufficienti a calmierare i prezzi, soprattutto dove esiste un vizio di origine. L’aumento esorbitante dei prezzi dei beni di prima necessità non è mai stato invertito. Serve un intervento deciso che coinvolga il governo, le aziende produttrici e la grande distribuzione per calmierare concretamente i prezzi.
Il 2025 si prospetta come un anno di sfide significative, che richiederanno risposte tempestive e adeguate per proteggere il benessere delle persone.
Ufficio stampa e comunicazione ADOC nazionale
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di Pierpaolo Bombardieri

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