Abuso di part time, un problema sottovalutato

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05.04.2024

Nel dibattito che finalmente si è aperto in Italia sulla grave stagnazione salariale che affligge da decenni il nostro Paese troppo spesso sfugge un dato fondamentale per capire le ragioni della grande diffusione del lavoro povero, ovvero l’altissimo numero di lavoratori occupati a part time sul totale di dipendenti assunti a tempo ridotto. 

I numeri

Ad oggi su 18,7 milioni di lavoratori dipendenti il 19% ovvero 3,5 milioni è assunto con contratto part time, le assunzioni part time però sia nel 2022 che nel 2023 sono cresciute più di quelle full time.

In Italia secondo i dati Eurostat circa il 60% degli occupati part time non lo è per scelta ma perché gli viene imposto al momento dell’assunzione, molto spesso come conferma anche l’Ispettorato Nazionale del Lavoro dietro il falso part time si cela lavoro nero; ovvero il lavoratore è assunto full time, ma la differenza fra le ore lavorate scritte nel contratto e quelle effettivamente svolte è retribuito a nero.

Le cause

L’eccessivo utilizzo del part time è anche causato dal ricorso massiccio a questa pratica da parte di lavoratrici che non potendo godere di adeguati servizi pubblici, per necessità di cura di figli o familiari è costretta a chiedere la riduzione dell’orario di lavoro; il part time è infatti oggi non è più l’unico strumento di conciliazione vita lavoro, ma dovrebbe essere l’estrema ratio; tuttavia, in assenza di tutti gli altri resta l’unica possibilità specialmente per le donne. Infatti, mentre sul totale degli uomini che lavorano solo il 7% è occupato al tempo parziale, per le donne questa percentuale schizza al 31%.

Il massiccio ricorso al part time raggiunge, infine, vette enormi poi nella fascia dei dipendenti fra i 25 e 34 anni dove gli occupati a tempo parziale sono l’85%.

L’abuso del part time rappresenta un elemento molto sottostimato quale causa di precarietà, lavoro povero e marginalità sociale. Eppure è una delle cause principali a cui urge porre rimedio e che, ad esempio, nulla a che vedere con il salario minimo. Infatti, potrebbe trovare le giuste risposte attraverso nuove regole o la contrattazione e interventi normativi ad hoc.

Servizio Contrattazione e Politiche settoriali UIL