MAMME LAVORATRICI, PENSIONI E ASSEGNO DI INCLUSIONE

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REDDITO A OSTACOLI, LA NUOVA GUERRA AI POVERI – Il Manifesto 

Con il nuovo assegno di inclusione, decine di migliaia di persone sono state escluse dall’accesso al sussidio. Infatti la soglia ISEE è stata abbassata dai 9350 euro ai 6 mila €. La spesa della misura sarà di 5,5 miliardi di euro, quando lo scorso anno erano 7,6 miliardi. Un taglio di netto per fare cassa su chi è in difficoltà. Questo mentre Alleanza contro la povertà segnala che la fine del supporto per la formazione e il lavoro, tra un anno, genererà altri poveri non calcolati tra i disoccupati perché da anni lontani dal mercato del lavoro.

MAMME LAVORATRICI, INCASTRO IMPOSSIBILE – La Repubblica

Dopo la fuga di cervelli c’è anche la fuga di mamme. Diventare madre, nel nostro paese, una volta su cinque significa smettere di lavorare. L’Italia è tra i pochi paesi UE – se non l’unico – dove sono sempre le donne a dover scegliere tra lavoro e genitorialità. Lo fanno per le enormi difficoltà a conciliare la vita privata con quella professionale. Perciò non è un caso che sempre l’Italia ha il tasso di occupazione femminile più basso in Europa. Per la precisione, alla fine del 2022, contava 55% occupate conto il 69% della media UE.

ANDARE IN PENSIONE È PIÙ DIFFICILE – Quotidiano Nazionale

Dal primo gennaio la pensione di vecchiaia si può ottenere dai 67 anni di età, come previsto fin dalla riforma Fornero. Per Quota 103 gli importi saranno ridotti perché calcolati con il sistema contributivo. Inoltre, si allungano le finestre di uscita e – conquistata queste – si dovrà attendere i primi mesi del 2025. Inoltre niente opzione donna per la classe ’65 e nuovi tagli per l’Ape sociale. 

Dalla Rassegna Stampa del 02/01/2023

 

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