10 anni dalla strage di Lampedusa
03.10.2023
A Lampedusa il fuoco risultò il principio, ma non il motivo diretto di così tanti decessi: l’imbarcazione, infatti, si rovesciò nel momento in cui tutti i migranti si spostarono su un lato per scappare dalle fiamme. A rendere ancora più atroce la fine di queste 368 persone, anche il carburante – centinaia di litri – riversato in mare che intossicò i naufraghi complicando i tentativi di salvataggio.
La notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013
Quella di Lampedusa fu una strage quasi del tutto eritrea; era la notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013 quando un barcone, partito dalla Libia nelle ore precedenti, si rovesciò e affondò a meno di un chilometro dall’Isola dei Conigli.
Nelle ore e nei giorni successivi alla strage, furono tantissime le polemiche che riguardarono le operazioni di salvataggio e il recupero dei cadaveri.
Mentre, per l’ennesima strage, veniva proclamato il lutto nazionale in Italia, ci volle più di una settimana prima della conclusione delle ricerche e il recupero dei cadaveri.
L’anno successivo, invece, arrivò la condanna a 18 anni per il tunisino Khaled Ben Salem, detto “il Capitano”, indicato dai superstiti come l’uomo che era al comando del peschereccio al momento del naufragio.
Le politiche migratorie sono cambiate?
A dieci anni da questo terribile fatto di cronaca poco è cambiato rispetto alle politiche migratorie nel nostro Paese.
I morti nel mediterraneo sono aumentati e le leggi e i decreti emanati in questi ultimi anni sono risultati sicuritari, stringenti e respingenti nei confronti dei diritti degli immigrati.
Uno degli ultimi decreti, quello del Ministero dell’Interno del 14 settembre 2023, fissa
l’importo e le modalità di prestazione della “garanzia finanziaria” a carico del richiedente asilo cui si applica il trattenimento durante la procedura di frontiera.
Questi richiedenti potranno essere detenuti nel caso in cui non abbiano consegnato il passaporto o, appunto, non abbiano prestato una “garanzia finanziaria” la cui somma è fissata, da questo decreto, a 4.938 euro e che andrebbe versata in un’unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa. È, inoltre, individuale e non può essere versata da terzi.
Una sorta di “deposito cauzionale” sulla propria libertà, che dovrebbe coprire la somma utile a pagarsi un alloggio e avere mezzi di sussistenza adeguati a 4 settimane e la somma necessaria per il rimpatrio.
Ci sembra davvero provocatorio chiedere a delle persone appena arrivate in Italia in condizioni di estremo disagio, a seguito di viaggi estenuati, dopo aver perso tutto, di stipulare fideiussioni bancarie o assicurative al fine di non essere trattenute.
Questo non ha impedito che la pressione migratoria aumentasse, visto che le dinamiche che la riguardano dipendono da fattori indipendenti dalle politiche dei paesi di approdo dei migranti.
Inoltre, le regole di Dublino sono nate quando non esisteva la migrazione di massa, quindi vecchie e inadeguate. Mentre, non sono obsolete ma attuali le sciagurate politiche securitarie portate avanti dall’Europa sul fronte migranti, Europa che sente il bisogno di difendersi dall’invasione dei nuovi barbari: i migranti.
Dipartimento Immigrazione Uil
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