WHIRLPOOL
24.05.2022
La vicenda della ormai ex Whirlpool di Napoli dura ormai da oltre tre anni, con alti e bassi, false speranze e delusioni.
Negli ultimi incontri al Ministero dello sviluppo economico, per la reindustrializzazione del sito di Napoli, sono state presentate alcune aziende del Consorzio, che hanno illustrato i loro progetti.
- Garnet Services ha proposto il progetto UJet Motors nel settore degli scooter elettrici. Entro l’estate, a Caserta, tornerebbero a lavorare circa 30 persone: nello stabilimento si assemblerebbero gli scooter. A regime, entro il 2023-2024, si prevedono 75 lavoratori a Caserta e 35 nel sito di via Argine, dove si assemblerebbero componenti per scooter.
- La svedese Midsummer, che ha già̀ siglato un contratto di sviluppo per un insediamento a Bari, produce speciali celle fotovoltaiche flessibili e sta progettando di produrre batterie allo stato solido. Con questo progetto troverebbero occupazione 30 dipendenti entro i primi 12 mesi, 60 entro 24 mesi e 110 entro 36 mesi. Di questi, però, solo 30 tecnici di laboratorio che potrebbero essere assunti fra gli operai ex Whirlpool.
- Envision propone un progetto nell’ambito di arredi e componenti smart, ma non è ancora noto il suo impatto occupazionale.
- Adler ha prospettato la possibilità̀ di sviluppare un progetto in uno dei siti campani capace di assorbire un numero significativo di lavoratori ex Whirlpool, ma ha anche dichiarato di non essere ancora pronta ad esporlo perché́ in trattativa con un partner internazionale. Si è riservata di farlo per la prossima riunione. Resta sullo sfondo e ancora purtroppo non ben definito il piano nel settore dell’idrogeno per il sito di via Argine.
Il ministero dello Sviluppo economico ha informato i sindacati che Whirpool, a scanso degli equivoci che erano sorti, si è ufficialmente dichiarata disponibile a vendere a prezzo simbolico il sito a chi si impegni ad assumere i lavoratori.
Purtroppo, a tutto si è aggiunto l’annuncio del Gruppo di aver avviato una revisione strategica in Europa, Medio Oriente e Africa, che potrebbe comportare addirittura una vendita dell’attività, il mantenimento della stessa o opzioni ibride. La multinazionale attribuisce tale decisione alle crescenti tensioni geopolitiche e commerciali, con correlata crisi degli approvvigionamenti.
La Direzione aziendale ha comunicato che terminerà la revisione entro la fine del terzo trimestre, ma il sindacato e i lavoratori italiani non possono certo aspettare di apprendere le decisioni della corporation a cose fatte. Tanto più che Whirlpool, nell’incontro con il coordinamento nazionale dello scorso 24 febbraio, ha gravemente declinato la richiesta di conoscere il piano industriale del prossimo triennio.
Le motivazioni aziendali appaiono strettamente legate alla crisi economica che il perdurare del conflitto in Ucraina potrà scatenare in Europa. Whirlpool parla difatti in modo esplicito di un mondo meno globale, nonché della opportunità di concentrarsi nelle regioni profittevoli del pianeta, escludendo implicitamente l’Europa da queste.
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