Unicef: “Allarme malnutrizione per oltre 7 milioni di bambini, in Africa”

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27.06.2023

I bambini del Corno d’Africa stanno vivendo una crisi senza precedenti, dovuta a fame, sfollamento, scarsità d’acqua e insicurezza. 

La pandemia da Covid-19, l’escalation della guerra in Ucraina e i fenomeni climatici, hanno contribuito ad affamare la popolazione mondiale dando vita alla più grave emergenza alimentare del XXI secolo che colpisce, in particolare, i più piccoli.

 Più di 7 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni sono malnutriti e necessitano di un supporto nutrizionale urgente e quasi 2 milioni di bambini rischiano di morire a causa della grave malnutrizione.

Il drammatico appello è stato lanciato, lo scorso anno, da Lieke van de Wiel, vicedirettore regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale:

Sebbene gli sforzi collettivi e accelerati abbiano mitigato alcuni degli impatti peggiori di quanto si temeva, i bambini del Corno d’Africa stanno ancora affrontando la più grave siccità da oltre due generazioni”.

Due milioni di bambini a rischio

Quasi due milioni di bambini in Etiopia, Kenya e Somalia hanno bisogno, oggi, di cure urgenti per la forma più letale di fame. Inoltre, sempre in queste regioni:

Più di due milioni di persone sono sfollate internamente a causa della siccità. L’insicurezza idrica è più che raddoppiata e quasi 24 milioni di persone si trovano ora ad affrontare una grave carenza d’acqua. Circa 2,7 milioni di bambini sono fuori dalla scuola a causa della siccità e si stima che altri 4 milioni di bambini siano a rischio di abbandono.

Le precarie condizioni di vita generano forte stress per le famiglie e, questo, espone i bambini a forti di rischi di protezione, tra cui il lavoro minorile, il matrimonio infantile e le mutilazioni genitali femminili. Anche la violenza di genere, la violenza sessuale, lo sfruttamento e gli abusi, sono fenomeni in aumento a causa dello sfollamento e della diffusa insicurezza alimentare.

Rania Dagash, l’attuale vicedirettrice dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale, ha spiegato che “le vite dei bambini nel Corno d’Africa sono a maggior rischio anche a causa della guerra in Ucraina e penso sia importante sottolinearlo, perché la sola Somalia importava il 92% del suo grano dalla Russia e dall’Ucraina, ma ora le linee di approvvigionamento sono bloccate”.

La comunità internazionale deve intervenire

È urgente l’intervento della comunità internazionale per garantire aiuti ai milioni di bambini in condizioni di grave malnutrizione ma non bastano gli aiuti emergenziali, per quanto necessari, occorre investire in misure strutturali e certe volte a rafforzare la resilienza dei sistemi socioeconomici e ambientali, per salvare i mezzi di sussistenza delle persone e impedire loro di dover lasciare le proprie case, in cerca di cibo, acqua e assistenza sanitaria. Inoltre, le ultime previsioni meteorologiche mettono in forse le piogge della stagione ottobre-dicembre, con la conseguente perdita di altri raccolti e di altri capi di bestiame a causa della scarsità risorse idriche.

12 Paesi del mondo – tra cui Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Etiopia, Kenya, Mali, Niger, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen – sono le zone più colpite dalla crisi alimentare e rappresentano l’epicentro di una crisi nutrizionale globale, aggravata dalla guerra in Ucraina e dalla siccità, dai conflitti e dall’instabilità in corso in alcuni Paesi.

I dati dell’UNICEF: oltre 4,5 milioni di donne e neonati muoiono ogni anno durante la gravidanza, il parto o le prime settimane dopo la nascita: un decesso ogni 7 secondi.

Il numero di ragazze adolescenti e donne in gravidanza e allattamento che soffrono di malnutrizione acuta è salito dal 2020 da 5,5 milioni a 6,9 milioni, con un amento del 25%, nei 12 Paesi più colpiti dalla crisi alimentare e nutrizionale globale.

Oltre 4,5 milioni di donne e neonati muoiono ogni anno durante la gravidanza, il parto o le prime settimane dopo la nascita, per cause che possono essere prevenute o curate con una assistenza adeguata. I progressi globali nella riduzione delle morti di donne in gravidanza, madri e neonati sono rimasti fermi per anni a causa della diminuzione degli investimenti nella salute materna e neonatale.

A livello globale, 51 milioni di bambini sotto i 2 anni soffrono di malnutrizione cronica

Più di un miliardo di ragazze adolescenti e donne soffre di denutrizione, con gravi conseguenze per la loro vita e il loro benessere. Nel 2021, le donne che soffrono di insicurezza alimentare erano 126 milioni in più degli uomini, rispetto ai 49 milioni in più (degli uomini) del 2019, una cifra che ha più che raddoppiato il divario di genere nell’insicurezza alimentare.

La pandemia aggiunta all’aumento della povertà e al generale peggioramento delle crisi umanitarie hanno intensificato le pressioni sui sistemi sanitari già in affanno. Dal 2018, più di tre quarti di tutti i Paesi colpiti da conflitti e dell’Africa subsahariana hanno subito un calo dei finanziamenti per la salute materna e neonatale.

La crisi globale sta spingendo milioni di madri e i loro figli verso la fame e la malnutrizione grave, con aumento del rischio di complicazioni letali, anche durante la gravidanza e il parto, con conseguenze pericolose e irreversibili per la sopravvivenza, la crescita, l’apprendimento e la futura capacità di guadagno dei loro figli.

In Africa di fame si muore sempre di più e i più colpiti sono donne e bambini. Il Corno d’Africa è al limite della catastrofe umanitaria con un’emergenza fame che sembra il mondo non voglia vedere. Si aggravano gli effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni del continente che dipendono, in grandissima parte, da allevamento e agricoltura.

La crisi alimentare provocata da siccità, inondazioni ed epidemie ha reso milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria. Inoltre, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, un milione e mezzo di persone, tra cui 1,1 milioni di bambini, hanno bisogno di servizi sanitari salvavita e farmaci contro l’HIV. L’allarme lanciato da Unicef riferisce che molti genitori sono costretti a seppellire i propri figli, lungo la strada, mentre percorrono centinaia di chilometri alla ricerca di assistenza medica.

Questa crisi va letta, in tutta la sua durezza e drammaticità, come l’altra faccia della crisi economica e dell’instabilità finanziaria in cui il mondo si dibatte, si tratta anche e soprattutto di una crisi generale delle politiche neoliberiste e monetariste. La mortalità per fame in Africa è un dramma che ci riguarda tutti e che richiede azioni immediate e sostenibili per migliorare la situazione alimentare e combattere la malnutrizione.

Uno sviluppo di lungo periodo

Le agenzie delle Nazioni Unite sollecitano un’azione immediata per aiutare e proteggere i bambini più vulnerabili da una crisi alimentare e nutrizionale senza precedenti.

È fondamentale l’impegno a predisporre, in un’ottica di sviluppo di lungo periodo, una rete di strumenti, metodi e servizi, agendo in una logica di rafforzamento della capacità di adattamento e di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Per combattere la fame sono necessarie soluzioni a lungo termine, tra cui l’aumento della produzione alimentare, la riduzione della povertà e dell’insicurezza alimentare, l’accesso all’acqua potabile e alle cure sanitarie e la creazione di opportunità economiche. Tutto questo richiede il dispiegamento collettivo di approcci multisettoriali sulla base dei bisogni reali delle popolazioni interessate, con politiche governative efficaci che sostengano questi obiettivi.

In una prospettiva di risposta immediata all’emergenza in corso si tratta, in primo luogo, di guardare all’impegno finanziario in termini di raccolta di risorse, in risposta all’appello lanciato dalle Nazioni Unite, per un’azione umanitaria mirata a salvare vite e mezzi di sussistenza.

L’azione umanitaria sarà fondamentale per prevenire ulteriore fame e morte.

Politiche della Salute, Nuovo Welfare e Terzo Settore UIL

 

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