Un altro passo avanti nella deregolamentazione del mercato del lavoro greco
28.10.2023
Dal 2010 i lavoratori greci assistono alla costante disintegrazione di un sistema di relazioni industriali un tempo funzionante. La spinta a decentrare la contrattazione collettiva, a individualizzare le relazioni industriali e a eliminare le istituzioni del lavoro era un obiettivo esplicito della terapia d’urto imposta alla Grecia dalla troika dei creditori. Questo obiettivo è stato raggiunto con una legislazione successiva che mirava a smantellare le nostre istituzioni di relazioni sindacali senza alcun dialogo o consultazione preventiva.
Ad oggi, centinaia di misure unilaterali di deregolamentazione sono rimaste in vigore, violando le convenzioni fondamentali dell’OIL ratificate dalla Grecia. La prima e più importante è l’abolizione da parte dello Stato del diritto collettivo fondamentale di determinare i salari, compreso un salario minimo nazionale e le condizioni di lavoro, attraverso la libera contrattazione collettiva e il Contratto collettivo generale nazionale, intervenendo nell’autonomia collettiva dei sindacati.
Più di 35 scioperi generali
Dal 2010, la Confederazione Generale del Lavoro greca (GSEE) ha lottato contro queste palesi violazioni con azioni collettive, tra cui più di 35 scioperi generali, e ha cercato di ricorrere con successo ai meccanismi di controllo dell’OIL, del Consiglio d’Europa, tra cui la Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) e il Comitato Europeo dei Diritti Sociali (CEDS).
In questo contesto, GSEE si oppone con forza alla nuova legge 5053/25-09-2023 con l’intenzione di porre fine a questi tentativi di deregolamentazione del mercato del lavoro.
Non c’è più spazio per la sperimentazione neoliberista e per l’ulteriore depotenziamento economico e istituzionale dei lavoratori greci che devono affrontare l’inflazione e la crisi del costo della vita, con molte famiglie, soprattutto le più vulnerabili, a rischio di gravi privazioni materiali. Poiché il salario minimo rimane al di sotto della soglia di vita dignitosa, le famiglie con un reddito mensile inferiore a 750 euro stanno perdendo fino al 40% del loro potere d’acquisto a causa della combinazione di un reddito basso con l’aumento dei prezzi dei beni di base e dell’energia.
Invece di misure di sollievo per i lavoratori, la legge è stata promulgata con falsi pretesti per imporre nuove restrizioni. Nominalmente, riguarda il recepimento della Direttiva UE 2019/1152 sulle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili, che è stato ritardato, causando una procedura sanzionatoria da parte della Commissione nei confronti della Grecia (novembre 2022).
Le richieste del Sindacato greco
Tuttavia, non solo il governo ha gravemente ritardato il recepimento della Direttiva, ma ha sfruttato questo lasso di tempo per attaccare i diritti dei lavoratori, che eroderanno ulteriormente il nucleo protettivo della legislazione sul lavoro.
Contro questa farsa, GSEE chiede il ritiro di tutte le nuove misure anti-lavoro senza eccezioni e zone d’ombra.
Chiediamo un recepimento accurato e non lacunoso della Direttiva, che copra solo i casi in cui la legislazione esistente non fornisce protezione ai lavoratori, e chiediamo il rispetto della legislazione nazionale esistente e degli standard internazionali.
In particolare, le nostre principali richieste e posizioni includono quanto segue:
- Il ritiro dell’articolo 31 sulla criminalizzazione del diritto di sciopero in quanto contrario al nucleo della disposizione costituzionale pertinente e alla Convenzione n.87 dell’OIL ratificata dalla Grecia;
- Accordi settoriali o collettivi per la determinazione dell’orario e delle condizioni di lavoro, anziché contratti individuali, accordi informali o imposizioni di legge;
- Il ritiro della disposizione che raddoppia la giornata lavorativa di 8 ore, con il pretesto della “libera volontà” dei lavoratori, rispettando il tempo di riposo obbligatorio per legge di 11 ore su un periodo di 24 ore, come protetto dalla legislazione europea e nazionale (già ridotto di un’ora dopo le richieste della Troika).
- Rispetto del limite massimo dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, che non può superare le 48 ore in media, compresi gli straordinari, con controlli intensivi attraverso ispezioni/monitoraggi rigorosi;
- L’eliminazione della disposizione relativa ai “contratti a zero ore o a ore sconosciute”: questi violano la legislazione nazionale che impone ai datori di lavoro di informare ufficialmente i lavoratori sulle condizioni di base del loro impiego, tra cui il tipo, il luogo e l’orario di lavoro, la retribuzione, il contratto collettivo di lavoro, al più tardi il giorno stesso dell’assunzione e in ogni caso prima che il lavoratore prenda servizio.
- Qualsiasi tipo di contratto flessibile/atipico può essere stipulato solo per coprire esigenze eccezionali, in modo da non compromettere i posti di lavoro a tempo indeterminato, senza superare il 10% dei lavoratori di un’azienda.
- Il ritiro dell’articolo 21 che consente al datore di lavoro di risolvere unilateralmente un contratto di lavoro se supera i 50 giorni;
- Una disposizione esplicita che vieti il lavoro sotto più datori di lavoro appartenenti allo stesso gruppo del datore di lavoro originario e sanzioni per le violazioni esplicitamente menzionate nella legge e nel protocollo del Ministero del Lavoro sulla possibilità di lavoro parallelo;
Tra i peggiori tassi di copertura della contrattazione collettiva nell’UE
GSEE ribadisce inoltre la sua costante richiesta di reintegrare l’Ispettorato del Lavoro nel Ministero del Lavoro, da cui è stato distaccato e trasformato in un’entità “indipendente” che non deve rendere conto a nessuno e che non rientra nelle competenze delle parti sociali.
In conclusione, la scia di deregolamentazione ha portato a uno dei peggiori tassi di copertura della contrattazione collettiva nell’UE (14%), che è ben 56 punti percentuali lontano dall’obiettivo fissato dalla Commissione europea nel 2019 per tutti gli Stati membri.
Abbiamo già presentato un’ampia relazione al meccanismo di supervisione dell’OIL nell’ambito del monitoraggio annuale dell’attuazione delle Convenzioni internazionali del lavoro e siamo determinati a continuare la lotta su tutti i fronti per il pieno ripristino della libera contrattazione collettiva contro nuove violazioni, senza lasciare nulla di intentato affinché i lavoratori greci non potranno godere pienamente dei loro diritti collettivi e sociali.
Yannis Panagopoulos, Presidente GSEE
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