Ufficiale Figc: il calcio femminile approda al professionismo

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27.04.2022

Svolta storica per il calcio femminile: dal 1° luglio 2022 la Serie A femminile passerà al professionismo. Il Consiglio Federale della Figc ha approvato solo ieri, 26 aprile, le modifiche normative per finalizzare il passaggio. Il fatto in sé rappresenta un cambiamento significativo non solo per il mondo calcistico, ma per lo sport femminile in toto. Di fatto, siamo di fronte alla ratifica di un precedente che potrebbe fare da apripista anche per tutte le altre attività sportive femminili nel nostro Paese.

A onor di cronaca, quando la pratica è stata presentata in Consiglio Federale per la prima volta, ha trovato l’opposizione della Lega di A. È stata poi richiesta una nuova votazione che ha invece dato responso positivo. Gabriele Gravina, Presidente della Figc, ha così commentato la vicenda: “C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti”.

Calcio Femminile: una coerenza che ha permesso di aggiungere un tassello fondamentale

Dal 1° luglio il sogno del professionismo apparterrà a bambine e bambini allo stesso modo. Una netta riduzione del gender gap in un ambito ritenuto e percepito come prettamente maschile. Il calcio giocato, il tifo dagli spalti, le chiacchiere da bar nel post-partita non hanno più un solo genere e da tempo: questa decisione lo evidenzia.

Abbattere le barriere sociali, azzerare le disuguaglianze, combattere le discriminazioni: tutti elementi sintomatici di una crescita significativa di un paese. E lo sport, che non si può relegare alla sola attività motoria, in tal senso svolge un ruolo importante. Insegna il fair play, l’agonismo, rafforza la determinazione, crea opportunità lavorative.

In questi termini, il professionismo rappresenta per le calciatrici non solo un riconoscimento della professione – comunque svolta ad alti livelli – ma anche e soprattutto una svolta interessante e necessaria sul piano dell’inquadramento contrattuale. In altri paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, la parità di prestazione esiste da alcuni anni ed è la norma; la Figc con la ratifica del passaggio al professionismo ha seguito i passi di un inevitabile processo di inclusione.

Una battaglia fortemente sostenuta dalle associazioni sindacali di settore

AIC in primis che ne ha fatto una propria battaglia distintiva, e sollecitata anche dal Sindacato Confederale della UIL che con il Segretario generale Bombardieri ha ripetutamente manifestato la necessità di una parificazione con il calcio maschile superando un divario indegno e riconoscendo i conseguenti legittimi diritti alle atlete.

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