Ucraina: a rischio i diritti dei sindacati, lavoratori e lavoratrici

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08.08.2022

In un contesto di guerra drammatico e difficile, comprese le ricadute economico-sociali sia a livello nazionale sia europeo, il movimento sindacale in Ucraina sta affrontando una fase complicata aggravata in parte da delle proposte di legge, alcune in discussione altre già approvate in Parlamento, che minano i diritti sindacali e dei lavoratori e delle lavoratrici.

Diritti, contrattazione collettiva e dialogo sociale in pericolo 

Il 20 luglio 2022 il Parlamento ucraino (la Verkhovna Rada) ha approvato un disegno di legge (n.5371 sulla semplificazione della regolamentazione dei rapporti di lavoro per le PMI) che discrimina i lavoratori delle imprese con meno di 250 dipendenti privandoli di alcune tutele del lavoro e diritti, compresi quelli legati alla contrattazione collettiva e ai contratti collettivi di riferimento.

La bozza di questa legge era in discussione da prima dell’inizio della guerra ed era stata valutata negativamente sia dai sindacati ucraini FPU e KVPU sia da diversi esperti e organizzazioni internazionali, tra cui la CES e la CSI, oltre che dall’OIL. Inoltre, il Parlamento ha approvato una legge che consente ai datori di lavoro di assumere fino al 10% della forza lavoro con contratti precari o a zero ore, una chiara apertura a precariato ed instabilità.

In un mercato del lavoro fortemente colpito e disarticolato dal conflitto, che ha perso 4.8 milioni di posti di lavoro (l’OIL stima potrebbero arrivare fino a 7 milioni), ed in aggiunta alle restrizioni dei diritti dei lavoratori a causa della legge marziale in corso, l’approvazione di due leggi regressive del lavoro suscita giustificate preoccupazioni sul rispetto dei diritti sociali in Ucraina.

Infine, ad aggravare una situazione già difficile per i sindacati, vi sono attualmente due progetti di legge in discussione in Parlamento che prevedono la confisca delle proprietà del sindacato FPU, quali sanatori, hotel, centri per la formazione e altri, utilizzati sin dall’inizio dell’invasione russa come luoghi di accoglienza e assistenza umanitaria per gli sfollati interni (circa 300mila cittadini ucraini ne hanno beneficiato ad oggi). Attualmente oltre 6000 persone vivono nelle strutture messe a disposizione dai sindacati ucraini, tra i quali la maggior parte sono donne, disabili, anziani e bambini.

Quale ricostruzione per l’Ucraina?

Il Paese avrà bisogno di unità oltre ai mezzi materiali e finanziari per la ricostruzione nazionale dopo la guerra, che comprenderà il rilancio delle relazioni industriali e una revisione completa della legislazione sul lavoro, oltre ad un ripensamento del funzionamento dello Stato.

Come ribadito anche dalla CES, è importante che il futuro processo di ricostruzione tenga conto del ruolo delle parti sociali e preveda il coinvolgimento attivo dei sindacati ucraini attraverso il dialogo sociale. Si tratta di un’occasione unica per l’Ucraina di gettare le basi della democrazia e della libertà, di costruire un’economia sociale di mercato ed istituzioni al servizio delle persone.

Servizio internazionale UIL

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