Non è mai troppo tardi
24.11.2022
Dai primi decenni del Dopoguerra la televisione italiana ha ricoperto un ruolo educativo di tutto rispetto.
Ancora oggi molti programmi sono dedicati all’accrescimento culturale, tuttavia, in un arco storico importante l’Italia e gli italiani hanno potuto fruire di programmi di gran valore formativo.
Emblema di tale funzione è certamente stata la trasmissione Non è mai troppo tardi, andata in onda dal 1960 al 1968, condotta dall’insegnante Alberto Manzi, che si guadagnò meritatamente il titolo di Maestro d’Italia.
Come scrive il Centro Alberto Manzi nei pannelli della mostra dedicata a questo grande educatore, “Non è mai troppo tardi” è considerato uno dei più importanti esperimenti di educazione degli adulti e di recupero dell’adulto analfabeta, conosciuto e citato nella letteratura pedagogica internazionale relativa a questo tema.
Del tutto innovativo rispetto alla tradizionale televisione scolastica, sia nell’impianto organizzativo, sia nello stile di conduzione e nel linguaggio didattico, che si avvaleva anche di disegni che Alberto Manzi realizzava con grande facilità su una lavagna.
Indicato dall’Unesco come uno dei migliori programmi televisivi per la lotta contro l’analfabetismo, nel 1965, al congresso internazionale degli organismi radio-televisivi che si tenne a Tokyo, ricevette il premio dell’ONU. “Non è mai troppo tardi” venne conosciuto e imitato come format televisivo da altri Paesi, in particolare dell’America latina. “Non insegnavo a leggere e a scrivere: invogliavo la gente a leggere e a scrivere” ha detto Alberto Manzi.
Alberto Manzi ha rappresentato la Uil Scuola nel Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione negli anni ‘80, e il suo sindacato lo ha ricordato nel 2017 in occasione del ventennale della morte con un convegno a Roma, la città dove nacque e svolse la sua attività di insegnante, prima come maestro nei corsi carcerari, poi con i bambini della scuola Fratelli Bandiera. Alla presenza dei suoi familiari e di tanti maestri delle scuole italiane all’estero, il convegno della UIL Scuola e del Centro Alberto Manzi hanno raccontato la storia del Maestro dell’Italia, che insegnò a leggere e scrivere a milioni di italiani nella prima pionieristica esperienza di istruzione a distanza con la RAI- Radio Televisione Italiana. L’ideale di giustizia sociale realizzato anche attraverso il fondamentale diritto all’istruzione lo ha portato nella sua vita ad operare anche tra i nativi dell’America latina, completando così una straordinaria esperienza di maestro italiano nel mondo.
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