Telemedicina: una rivoluzione per il nostro Sistema Sanitario?

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31.03.2023

La Telemedicina sarà in grado di rivoluzionare il nostro Sistema Sanitario Nazionale?

Il conto alla rovescia è già partito, dal 2024 la Telemedicina sarà in grado di raggiungere tutt* e ovunque.

Quattro le T da tenere sotto controllo: Televisite, Teleconsulti, Telecontrolli e Telemonitoraggio. In questo modo saranno in grado di seguire meglio i pazienti con malattie croniche e consentirà l’accessibilità alle cure e alle prestazioni su tutto il territorio nazionale.

Con gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) pari a 1 miliardo di euro il nostro Paese si avvia, non solo, a superare quel gap digitale che lo collocava ai penultimi posti dell’UE, ma a strutturare la digitalizzazione sanitaria per una più ampia diffusione di prestazioni, cure e assistenza.

Un processo digitale, accelerato dalla pandemia e che oggi è pienamente avviato con la ricetta elettronica, la digitalizzazione delle cartelle cliniche e l’adozione del Fascicolo sanitario elettronico oggi presente in tutte le Regioni italiane.

Nel 2022, gli FSE attivi sono stati 57,7 milioni con quasi 385 milioni di referti digitalizzati. Nel triennio 2020-2022, il 56% delle ASL hanno adottato sistemi digitali di telemedicina applicando soluzioni di televisita (27%), telemonitoraggio (17%), teleassistenza (15%) e teleconsulto (14%).

Il divario Nord e Sud

Certamente permane ancora una situazione a macchia di leopardo con le regioni del Nord che raggiungono performance superiori al 60/100, mentre il nostro sud non supera il 30/100. Addirittura la regione Calabria attesta la propria performance solo all’11/100.

Una secolare questione quella delle disparità regionali, tuttavia, un passo in avanti ci fa ben sperare, grazie alla piattaforma nazionale della telemedicina, la cui realizzazione e gestione, dopo il bando dell’Agenas è stata recentemente aggiudicata da Engineering e Almaviva.

Questo consentirà con le risorse del PNRR di mettere a sistema ogni processo in modo omogeneo in tutta l’Italia, nel rispetto degli standard qualitativi diagnostici terapeutici e assistenziali, che ogni sistema sanitario regionale dovrà rispettare e mantenere nel tempo.

Un sistema omogeneo quindi, per tutto il territorio nazionale che porterà alla costruzione di reti di Telemedicina anche nelle zone interne o a bassa densità di popolazione. Che garantirà sicurezza e interoperabilità con il FSE per la corretta erogazione delle prestazioni e la programmazione delle cure, ma non solo, consentirà anche, una medicina personalizzata in un’ottica di prevenzione e di qualità della vita.

Sanità digitale

D’altra parte, l’attenzione per il digitale sanitario è molto elevata sia dai professionisti sanitari, medici e infermieri, ma anche dall’80% dei pazienti che vorrebbero utilizzare i servizi di Telemedicina. Dati che confortano e che ci deve spingere a sostenere la conoscenza digitale e il suo utilizzo a tutta la popolazione.

La Telemedicina, attraverso la ricetta del medico, ci garantirà visite online, controlli dei parametri e consulti e audit tra più specialisti e nuove prestazioni per i pazienti diabetici, quelli con patologie respiratorie e cardiologiche, ma anche pazienti oncologici e neurologici.

Un cambiamento epocale e sostanziale che permetterebbe la riduzione delle ospedalizzazioni dei malati cronici, della mobilità dei pazienti, dei ricoveri e dei tassi di mortalità nonché, ridurre il carico amministrativo/burocratico e avere un positivo impatto sul contenimento della spesa sanitaria.

Nell’ultimo anno la spesa per la sanità digitale è cresciuta in maniera più significativa rispetto agli ultimi anni (+12,5% rispetto all’anno precedente), raggiungendo un valore di 1,7 miliardi di euro, pari all’1,3% della spesa sanitaria pubblica (29 euro/anno per cittadino).

Una crescita della spesa in innovazione e tecnologia, non come limite, ma come una grande opportunità per aumentare l’efficacia delle prestazioni e consentire al SSN di porsi alla pari delle grandi industrie del nostro Paese per lo sviluppo e il rilancio economico.

Criticità della telemedicina

Tutto in positivo dunque? No, molte sono le questioni da dirimere e molte sono le criticità da risolvere, la Telemedicina è un processo innovativo che va usato al meglio anche per sviluppare l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni.

Per prima cosa, occorre affrontare: la carenza e il fabbisogno di personale medico, infermieristico e degli operatori sociosanitari; la formazione e il processo formativo e di conoscenza dei professionisti sanitari, la copertura della banda larga e l’alfabetizzazione digitale della popolazione anziana.

Riflessioni che, come Uil, ci poniamo e che discuteremo il prossimo 4 aprile con esperti e politici delle opportunità delle tecnologie innovative in santità nell’evento “Telemedicina e Sanità Digitale: una opportunità senza confini

Dipartimento Politiche della salute e del Welfare UIL

* Fonte: The European House – Ambrosetti su fonti varie, 2022

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