In Svezia il sindacato si mobilita contro Tesla per migliori condizioni di lavoro

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31.01.2024

Lo scorso 27 ottobre ha avuto inizio in Svezia il primo sciopero dei lavoratori di Tesla, l’azienda automobilistica statunitense produttrice di veicoli elettrici capitanata dall’imprenditore americano Elon Musk.

L’azione sindacale, la più grande che Tesla abbia dovuto mai affrontare dalla sua fondazione nel 2003, è nata dalla pretesa di Musk di non aderire a un contratto collettivo nazionale proposto dal sindacato IF Metall, che potesse assicurare ai lavoratori svedesi di ricevere aumenti salariali, pensioni e condizioni di lavoro all’altezza degli standard del mercato del lavoro locale.

In Svezia, la mancanza di leggi nazionali che regolamentano gli orari di lavoro o il salario minimo si traduce nell’adozione di contratti collettivi di settore, una consuetudine che coinvolge praticamente tutte le imprese del paese. Nel concreto, questi si traduce in circa il 90 % dei lavoratori coperti da questi accordi.

Lavoratori uniti in segno di solidarietà

Non stupisce di conseguenza che il tentativo di Musk di condizionare il mercato del lavoro del Paese abbia generato più di qualche malcontento, portando altri lavoratori ad unirsi in segno di solidarietà. La protesta si è velocemente estesa a livello nazionale, coinvolgendo i portuali e i dipendenti dei servizi postali. Oltre i confini svedesi, ad esempio in Danimarca, il sindacato 3F – trai più grandi del paese – ha annunciato che i propri lavoratori portuali e autisti non avrebbero più trasportato i veicoli Tesla diretti in Svezia. La stessa cosa ha fatto in Finlandia il Sindacato dei lavoratori dei trasporti e in Norvegia la Fellesforbundet, la Federazione sindacale unitaria.

Inoltre, lo sciopero ha raccolto il sostegno del 58% della popolazione secondo un sondaggio d’opinione condotto dal quotidiano Svenska Dagbladete, provocando simultaneamente un calo di fiducia nei consumatori nei confronti di Tesla e una reazione da parte degli investitori, tra cui KLP – il più grande fondo pensione norvegese – e PensionDenmark.

Le agitazioni e gli scioperi che stanno scuotendo Tesla in Svezia si inseriscono in un contesto più ampio di rivendicazioni e di difesa del modello sociale scandinavo che interessa da mesi la penisola, considerando anche le recenti e prossime manifestazioni in Finlandia contro la riforma del mercato del lavoro e i ripetuti attacchi al diritto di sciopero.

Un ulteriore esempio su scala globale è rappresentato dalle proteste sostenute negli ultimi mesi dal sindacato UAW, che rappresenta i lavoratori del settore automotive negli Stati Uniti, mediante l’organizzazione di maxi-scioperi contro Stellantis, GM e Ford al fine di chiedere la riduzione dell’orario di lavoro e salari migliori alla luce dei recenti extra profitti e degli enormi dividendi generati dalle aziende.

In conclusione, l’azione dei sindacati svedesi è fondamentale per costruire e preservare attraverso la contrattazione collettiva i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro opponendosi a logiche orientate al ribasso e focalizzate sul profitto.

Dipartimento Internazionale UIL

 

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