STRESS TERMICO: servono ammortizzatori sociali automatici
26.08.2024
Ogni anno arriva l’estate e con essa inevitabilmente il caldo, un fenomeno ampiamente prevedibile che ha un grosso impatto sulle attività lavorative anche alla luce dei cambiamenti climatici che stanno comportando un aumento delle temperature su tutto il territorio del nostro Paese.
Tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici hanno il diritto di svolgere le loro mansioni in un ambiente sicuro e tra i rischi che il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare c’è quello della temperatura a prescindere che l’attività si svolga al chiuso o all’aperto.
Quasi tutti i settori presentano questo rischio, il così detto stress termico e particolare attenzione deve essere prestata a chi svolge un lavoro fisico intenso e a chi opera in settori quali l’agricoltura e l’edilizia e a chi lavora nelle industrie ad alta intensità di calore; un altro fattore da considerare è l’area geografica dove si svolgono le attività lavorative.
Altri settori dove i lavoratori e le lavoratrici operano con esposizione al calore e alla luce del sole sono la pesca, i trasporti, i servizi postali, la raccolta dei rifiuti per non parlare degli addetti alle emergenze come i vigili del fuoco, il personale d’emergenza, i soccorritori, gli agenti di polizia e il personale militare, tutti a grave rischio per esposizione ad alte temperature.
Anche coloro che lavorano in ambienti chiusi sono soggetti a stress termico, tra gli esempi di occupazioni e settori a rischio, citiamo fonderie e acciaierie, il settore zootecnico e dell’orticoltura ma anche molti servizi come cucine di ristoranti, panetterie e stabilimenti conservieri, servizi di pulizia e lavanderie.
Di seguito vi riportiamo alcuni sintomi delle patologie dovute al caldo:
Disidratazione: cali improvvisi di pressione arteriosa, debolezza improvvisa, palpitazioni/tachicardia, irritabilità/sonnolenza, sete intensa, pelle e mucose asciutte, cute anelastica, occhi ipotonici, iperiflessia/scosse muscolari e riduzione della diuresi.
Stress da calore: temperatura corporea elevata, improvviso malessere generale, mal di testa, ipotensione arteriosa, confusione/irritabilità, tachicardia, nausea/vomito e riduzione della diuresi.
Colpo di calore: temperatura corporea >40°, iperventilazione, blocco della sudorazione, alterazione stato mentale (delirio), aritmie cardiache, rabdomiolisi, malfunzionamento organi interni e shock.
Rispetto al colpo di calore, è fondamentale identificarne velocemente i sintomi in modo da intervenire subito per evitare gravi danni alla salute dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per ridurre i rischi dovuti all’esposizione alle alte temperature, è fondamentale che il datore di lavoro svolga una adeguata valutazione del rischio e devono venire considerate tutte le situazioni critiche. Deve essere fatta un’analisi dell’organizzazione del lavoro in azienda, fatte le dovute modifiche di mansione e di orario, devono essere forniti DPI adeguati e attrezzature apposite e deve essere effettuata un’azione di formazione e informazione mirata.
Sottolineiamo che il RLS e il RLST svolgono un ruolo fondamentale per la verifica della tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e, anche per questo specifico rischio, possono controllare che le aziende rispettino tutte le norme previste dal T.U 81/2008.
Esistono, inoltre, alcuni strumenti che permettono alle imprese di utilizzare integrazioni salariali ordinarie (CIGO) per ridurre o sospendere l’attività lavorativa.
La CIGO – lo ricordiamo – può essere richiesta con la causale eventi meteo per temperature che superino i 35°, anche percepiti.
Ci sono poi alcuni accorgimenti comportamentali che i lavoratori e le lavoratrici possono adottare per mitigare alcuni dei sintomi dovuti alle alte temperature.
Un lavoratore o una lavoratrice che lavorano in un ambiente molto caldo, infatti, attraverso la sudorazione perdono acqua e sali. Per compensare questa perdita è necessario bere circa un litro d’acqua ogni ora, evitando le bevande ad alto contenuto di caffeina o di zuccheri. Per questo motivo, il datore di lavoro deve mettere a disposizione grandi quantità di acqua potabile fredda (15/20°C) e i lavoratori e lavoratrici, anche se non percepiscono la sete, devono essere incoraggiati a bere ogni 15-20 minuti, concedendo pause adeguate al fine di riposarsi e idratarsi.
Il 20 giugno scorso – lo ricordiamo – si è svolto l’incontro, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, sull’emergenza caldo. In occasione di questo incontro, come UIL, abbiamo proposto una sorta di “Decreto Grande Caldo” o in alternativa un Protocollo Nazionale – quest’ultimo presentatoci in bozza dai tecnici del Ministero del Lavoro – per affrontare la situazione in maniera omogenea e strutturale su tutto il territorio nazionale.
Oltre alla rapida sottoscrizione di un Protocollo Nazionale e all’ apertura di Tavoli settoriali, tuttavia, abbiamo chiesto che venissero attivati in automatico, ammortizzatori sociali “extra contatore” e senza l’applicazione della contribuzione minima, almeno quando non fosse possibile modificare i turni o l’organizzazione del lavoro durante le ore più calde.
Le Associazioni Datoriali, senza particolare distinzione, si sono dichiarate contrarie a sottoscrivere il protocollo, considerando le norme attuali già esaustive e conosciute e portando ad esempio di buona prassi qualche raro protocollo territoriale che ha affrontato il tema.
L’incontro è terminato con un impegno del Ministero sugli ammortizzatori sociali, senza però chiarire se gli ambiti settoriali sarebbero stati larghi oppure definiti come erano nel Decreto n. 98 del 28.7.2023 e senza un impegno sul rendere obbligatorio l’ammortizzatore in caso di inefficienza o inefficacia di misure alternative.
UIL Servizio Lavoro, Coesione e Territorio
DOCUMENTAZIONE UTILE
Il Progetto “WORKLIMATE 2.0 – Temperature estreme e impatti su salute, sicurezza e produttività aziendale: strategie di intervento e soluzioni tecnologiche, informative e formative”.
EU-OSHA “Lavorare in presenza di temperature elevate: orientamenti per i luoghi di lavoro”
ILO “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici — Sintesi del rapporto”
Nota INL n. 5056 del 13/07/2023 “Tutela dei lavoratori sul rischio legato ai danni da calore”
Articoli Correlati
L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri
16.11.2023Categorie
I Più Letti
La quattordicesima mensilità (o tecnicamente “somma aggiuntiva”) è una prestazione che l’INPS eroga d’ufficio ogni anno, solitamente nel mese...
L’Estratto Conto Certificativo (ECOCERT/ECOMAR) è un documento che attesta i contributi che un lavoratore ha versato durante la sua...