Starbucks licenzia 20 sindacalisti negli Stati Uniti: risponde il National Labor Relations Board

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23.05.2022

Starbucks licenzia 20 sindacalisti negli Stati Uniti. A Riportare la notizia è il The Guardian. Il quotidiano ha pubblicato un approfondimento rivelando anche le motivazioni che hanno spinto la società ad agire in questo modo.

STARBUCKS LICENZIA 20 SINDACALISTI: L’ANTEFATTO

Prima di indagare le ragioni che hanno portato ai licenziamenti, bisogna guardare l’antefatto. Da febbraio 2022 i lavoratori di Starbucks negli Stati Uniti presentano domanda di sindacalizzazione. Sono ancora in corso le elezioni che però trovano continui ostacoli nella campagna anti-sindacale portata avanti dalla stessa società.

Chiariamo che le elezioni di cui sopra si tengono per le lavoratrici e i lavoratori di 250 negozi, distribuiti in 35 stati degli USA. Shultz, amministratore delegato di Starbucks, sta invece remando nella direzione opposta, ha infatti definito il movimento sindacale come: “una forza esterna che detterà legge o interromperà chi siamo e cosa facciamo”.

In un contesto così vivo e altrettanto nebuloso, non resta in silenzio uno dei principali regolatori del lavoro negli Stati Uniti: il National Labor Relations Board. Il NLRB ha presentato diverse denunce contro Starbucks e ha chiesto il reintegro dei lavoratori licenziati. Il caso finirà in tribunale, a meno che non si raggiunga un accordo tempestivamente prima che abbiano luogo le udienze.

Inoltre, il NLRB accusa Starbucks di oltre 200 violazioni delle leggi federali sul lavoro nel corso delle campagne di organizzazione sindacale.

STARBUCKS ANNUNCIA BENEFIT MA SOLO PER I DIPENDENTI NON SINDACALIZZATI

Da contro, Starbucks ha annunciato nuovi benefit per i dipendenti, ma sono esclusi lavoratrici e lavoratori dei negozi sindacalizzati. “Questi vantaggi – ha spiegato Shultz – includono: il rifinanziamento dei prestiti agli studenti, ulteriori programmi di riconoscimento delle competenze, mance in-app migliorate e nuove iniziative di partecipazione agli utili”.

Poi ha proseguito: “La legge federale ci proibisce di promettere nuovi salari e benefici nei negozi coinvolti nell’organizzazione sindacale. E per legge, non possiamo implementare cambiamenti unilaterali nei negozi che hanno un sindacato”.

I benefit riguardano anche un aumento salariale da 15 a 23 dollari l’ora. La Starbucks Workers United, il nome dato all’organizzazione sindacale, si muoverà in modo che Starbucks implementi i cambiamenti anche nei negozi sindacalizzati. “Starbucks è autorizzato dalla legge a offrire questi benefici ai lavoratori nei negozi sindacalizzati”, ha specificato infatti il sindacato. “I nostri comitati di contrattazione chiederanno che questi miglioramenti siano per tutti i partner”.

COSA SUCCEDERÀ

Il NLRB conferma che al 13 maggio 69 negozi della catena hanno votato per formare il movimento sindacale. Solo 9 negozi hanno votato contro e 6, come abbiamo anticipato, sono ancora in attesa dei risultati.

La volontà di creare un movimento sindacale e di farlo nonostante l’opposizione di una società imponente come quella di Starbucks è un segnale positivo, se si guarda alla tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori. Ad ogni modo, la mancanza di un dialogo, o meglio, la mancanza di un’apertura al dialogo getta non poche ombre sulla faccenda che resta complessa e intricata, anche a livello legale, nella sua interezza. I prossimi sviluppi saranno decisivi per capire quale strada deciderà di intraprendere Starbucks.

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