12 milioni di spose bambine all’anno

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15.05.2023

Secondo il rapporto globale UNICEF “Is an End to Child Marriage within Reach? “Latest trends and future prospects 2023 update” emerge un dato allarmante: circa 640 milioni di ragazze vengono date in moglie durante l’infanzia, ovvero 12 milioni l’anno. 

Seppure la percentuale di giovani donne sposate durante l’infanzia sia scesa dal 21% al 19% rispetto alle ultime rilevazioni pubblicate cinque anni fa, la riduzione globale del fenomeno dovrebbe essere venti volte più rapida per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2030 relativo alla fine dei matrimoni infantili.

Pandemia, crisi climatiche e povertà aumentano le spose bambine

Il rapporto, nonostante la diminuzione dei matrimoni precoci nell’ultimo decennio, sottolinea come le molteplici crisi – tra cui i conflitti, le catastrofi climatiche, le conseguenze del Covid-19, l’aumento della povertà, l’abbandono scolastico – minacciano di annullare i risultati faticosamente raggiunti. Queste stesse crisi contribuiscono ad aumentare le cause dei matrimoni infantili e a rendere di difficile accesso alle ragazze l’assistenza sanitaria, l’istruzione e i servizi sociali.

Come si legge nell’analisi, le ragazze che vivono in contesti fragili hanno il doppio delle probabilità di diventare spose bambine rispetto alla media mondiale. Le bambine che si sposano durante l’infanzia hanno meno probabilità di frequentare la scuola e rischiano gravidanze precoci e indesiderate. Questo fenomeno può anche isolarle dalla famiglia e dagli amici ed escluderle dalla partecipazione alle loro comunità, con un pesante impatto sulla loro salute mentale e sul loro benessere.

Da dove provengono le spose bambine?

Quasi la metà delle spose bambine vive nell’Asia meridionale (45%, ovvero 290 milioni), seguita dall’Africa subsahariana (20%), l’Asia Orientale e il Pacifico (15%) e dall’America latina e dai Caraibi (9%). 

L’Asia meridionale registra quasi la metà delle spose bambine nel mondo, rappresentando un terzo del totale globale, trainata dagli impressionanti numeri dell’India (216 milioni). Nonostante la difficile situazione, la regione guida le riduzioni del fenomeno a livello globale e, secondo le stime, è in procinto di eliminare il matrimonio infantile in circa 55 anni. 

L’Africa subsahariana, invece, al ritmo attuale è lontana oltre 200 anni dal porre fine a questa pratica. La rapida crescita demografica, insieme alle crisi in corso, sembra destinata ad aumentare il numero di spose bambine, in contrasto con il calo previsto nel resto del mondo.

Anche l’America Latina e i Caraibi sono in ritardo e si avviano ad avere il secondo livello più alto regionale di matrimoni precoci entro il 2030. Dopo alcuni periodi di progressi costanti, anche il Medio Oriente e il Nord Africa, l’Europa orientale e l’Asia centrale hanno registrato una stagnazione.

Dobbiamo garantire il diritto all’istruzione e all’autonomia

Le parole della Direttrice Generale dell’Unicef, Catherine Russell, confermano che “le crisi economiche e sanitarie, l’intensificarsi dei conflitti armati e gli effetti devastanti del cambiamento climatico costringono le famiglie a cercare un falso senso di rifugio nel matrimonio precoce. Pertanto, è necessario fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire il loro diritto ad un’istruzione e ad una vita autonoma. I progressi per porre fine ai matrimoni precoci sono possibili. Ma è necessario un sostegno costante alle ragazze e alle famiglie vulnerabili. Bisogna concentrarsi sulla permanenza delle ragazze a scuola e sulle opportunità economiche”.

Dipartimento Internazionale UIL

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