LAVORO E REINTEGRAZIONE SOCIALE DEI DETENUTI
28.07.2023
Secondo l’ultimo Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, una realtà di cui si parla ancora molto poco, i numeri del carcere in Italia continuano lentamente, ma inesorabilmente, a crescere. A fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674.
Un dato che vuole riportare l’attenzione sulla questione del sovraffollamento. Un problema ormai endemico nel nostro paese e che, oltre a limitare gli spazi vitali, toglie anche possibilità lavorative, di studio o di svolgere altre attività alle persone detenute.
EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’
Per migliorare tali condizioni e dare una possibilità in più a queste persone le parti sociali delle costruzioni, attraverso il sistema bilaterale, in diverse realtà territoriali si sono rese disponibili ad iniziative che hanno consentito in diverse carceri e in varie regioni d’Italia di organizzare percorsi formativi e di qualificazione professionale nel campo dell’edilizia per offrire ai detenuti una opportunità di crescita e di inserimento sociale al termine della detenzione. Un modo anche per rispondere alla necessità di manodopera specializzata nel settore che tende negli ultimi anni a mancare.
L’educazione alla legalità aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche e sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possono considerarsi come acquisite per sempre ma vanno
perseguite, volute e una volta conquistate, protette.
IL LABORATORIO E LA SCUOLA EDILE
Tra le varie esperienze registrate possiamo ricordare sicuramente il ‘laboratorio edile’ a Poggioreale, nato da un accordo tra Ministero della Giustizia, Amministrazione Penitenziaria – direzione Casa Circondariale ‘Giuseppe Salvia’ Poggioreale e il centro formazione e sicurezza (CFS), ente paritetico dell’edilizia napoletana, presieduto da Roberta Vitale, che sintetizza volontà e obiettivi dell’Ance Napoli e dei sindacati edili FenealUil, Fillea Cgil e Filca Cisl. L’intesa che, come spiegano i promotori, è nata dalla consapevolezza che “la formazione è efficace non solo se aumenta le competenze, ma soprattutto se modifica gli atteggiamenti e i comportamenti”, avrà durata annuale, ed è rinnovabile al fine di promuovere la “cultura della regolarità, della sicurezza sul lavoro e il reinserimento sociale”.
C’è poi l’esperienza nel carcere di Opera dove è stato siglato un protocollo per la formazione e l’inserimento lavorativo dei carcerati sottoscritto dall’Amministrazione penitenziaria di Opera, Assimpredil Ance, FENEALUIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Esem-Cpt, Umana SpA, Fondazione Don Gino Rigoldi. Il Protocollo ha previsto la creazione di una scuola edile dentro al carcere per permettere la formazione di persone in stato di detenzione che potranno poi svolgere attività lavorative nei cantieri edili provinciali.
L’attività formativa avverrà, pertanto, presso l’Istituto carcerario in un laboratorio stabile, appositamente attrezzato e gestito da ESEM-CPT. Le modalità di inserimento lavorativo verranno di volta in volta definite in base alle opportunità di lavoro secondo le esigenze delle aziende e le possibilità dei singoli detenuti, nell’ambito dei programmi di trattamento predisposti dalla Direzione dell’Istituto Penitenziario e sottoposti alla Magistratura di sorveglianza per l’approvazione.
RIEDUCAZIONE E REINSERIMENTO SOCIALE
Infine, a livello nazionale, va citato l’impegno delle organizzazioni sindacali Feneal Filca Fillea con Ance ed il precedente commissario alla ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini per la formazione e l’impiego di persone detenute nei cantieri dell’area del cratere.
Tutti questi esempi, insieme a molti altri di cui continueremo a dare conto, possono favorire un positivo percorso di rieducazione e reinserimento sociale, dando un senso al ‘tempo della pena’ come momento di riflessione, crescita e cambiamento e allo stesso tempo, rispondendo ad esigenze del settore, buone pratiche insomma in una società che deve rimettere al centro la persona e il benessere collettivo.
Ufficio Comunicazione Feneal UIL
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