Sanità – Previsioni nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023 (NADEF)

4' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

18.10.2023

La NADEF 2023 prospetta un quadro macroeconomico di incertezza dovuto sia alla revisione delle previsioni di crescita del quadro programmatico contenute nel DEF 2023, sia al perdurare dell’inflazione e alla contrazione economica in tutta l’Europa. In questo quadro economico pessimistico, la spesa sanitaria avrà una flessione in rapporto al Pil (con un lieve incremento nel 2024 e 2025 rispetto al Def 2023) Pertanto, avremo una spesa sanitaria a legislazione vigente di: 132,094 mld nel 2024; 136,701 mld nel 2025; 138.972 mld nel 2026 (Nadef -Tab.III 1A).

La sanità ancora più in crisi

Nel 2024 si prospetta un decremento della spesa sanitaria del -1,3% che non potrà che rendere ancora più difficoltosa la grave situazione delle liste d’attesa e della sofferenza in cui verte il servizio emergenza d’urgenza e che metterà a rischio anche l’attuazione di quanto previsto dalla legge delega sulla Non Autosufficienza (l. 33/2023).

Le certezze di cui oggi abbiamo contezza sono che il rapporto spesa sanitaria/PIL del 6,7% del 2022 scende al 6,6% nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1% nel 2026, un valore inferiore a quello pre-pandemico del 2019 (6,4%).

Nel triennio 2024-2026 la NADEF stima una crescita media annua del PIL nominale del 3,5%, a fronte dell’1,1% di quella della spesa sanitaria: si tratta di un investimento che impegna meno di 1/3 della crescita attesa del PIL.

L’aumento della spesa previsto per il 2025 fino alla cifra di 136,701 mld, pari al 6,2% del Pil, probabilmente è riferito anche al previsto finanziamento dei lavori di adeguamento delle tecnologie e dei presidi sanitari funzionali all’accoglimento dei pellegrini del Giubileo 2025.

Non ci sono risorse

I numeri di questa NADEF non lasciano intravedere spazi per incrementare le risorse necessarie a ricostruire il SSN del nostro Paese, ma viceversa documentano segnali di definanziamento.

Laddove si annunciano finanziamenti, viene indicato che la prossima Legge di bilancio 2024 prevederà stanziamenti da destinare al personale del sistema sanitario e per incentivare gli investimenti nel Mezzogiorno: dichiarazioni programmatiche che sono ancora tutte da verificare e riscontrare nei fatti.

Sono, inoltre, previsti dei collegati alla decisione di bilancio che riguardano la sanità: uno in materia di riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario nazionale e dell’assistenza ospedaliera; e una delega in materia di riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal Ministero, di cui attendiamo i testi.

Ancora interventi tampone per la carenza del personale

Sfumano quindi tutte le ipotesi fatte in questi mesi della necessità di un rilancio della spesa sanitaria per integrare la medicina del territorio, rinnovare le strutture ospedaliere e abbattere le liste d’attesa. Non appaiono disponibili risorse per implementare i rinnovi dei contratti nazionali e valorizzare strutturalmente le professioni sanitarie e sociosanitarie, né si possono assumere medici e infermieri o riformare la medicina generale e l’area degli specializzandi.

Servono almeno 4 miliardi per ogni annualità, per rafforzare il sistema sanitario e sociale in grado di garantire il sistema salute, ridurre le disuguaglianze e affrontare le sfide che ci attendono. Servono almeno 4 miliardi per ogni annualità per finanziare il personale sanitario e sociosanitario e garantire un’adeguata dotazione organica di medici, infermieri e operatori sanitari e amministrativi.

Per la carenza del personale nella Sanità pubblica, nella NADEF, si prospettano ancora una volta degli interventi tampone. La questione del personale, che è una questione drammatica nel nostro Paese e prioritaria in tutti i sistemi sanitari europei, rimane aperta e dal nostro punto di vista, si dovrà nell’immediato affrontare con determinazione attraverso una pianificazione previsionale più puntuale e con un maggiore equilibrio tra le necessità del servizio pubblico e le aspettative dei professionisti con adeguamenti salariali e migliori condizioni di lavoro.

SSN: Un pilastro della democrazia

L’aumento delle migrazioni all’estero e verso il privato dei professionisti sanitari registrato negli ultimi anni è una questione dirimente sia per le condizioni di lavoro sia per le differenze retributive che vedono il nostro Paese sotto la media europea, ma anche per i rinnovi contrattuali e per l’avvio di procedure concorsuali caratterizzate da tempi biblici.

In conclusione, si evidenzia ancora una volta l’inderogabile necessità di scelte politiche coraggiose per risolvere la grave crisi di sostenibilità della sanità pubblica che, lentamente ma inesorabilmente, sta erodendo il diritto costituzionale alla tutela della salute, che si sta trasformando in un privilegio per pochi. Servono scelte politiche che impongono una visione chiara sul modello di sanità da lasciare in eredità alle future generazioni, prescindendo da ideologie partitiche e avvicendamenti di Governo. Bisogna riconoscere nel SSN un pilastro della nostra democrazia, una conquista sociale di equità irrinunciabile e una grande leva per lo sviluppo economico del Paese da Nord a Sud.

Servizio Politiche di Cittadinanza del Sociale e del Welfare UIL

 

Articoli Correlati