Sanità in Sicilia: è il caos

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03.03.2023

Per il governo Schifani “alla luce della nuova valutazione dell’emergenza e della normativa nazionale, non essendoci più esigenze particolari di gestione, risulta impossibile intervenire con nuove proroghe”.

E così in Sicilia, dal 1 marzo, parte del personale assunto in piena pandemia ha visto la scadenza del contratto a termine. Il provvedimento riguarda chi ha prestato servizio presso reparti, hub e pronto interventi. La nota dell’assessore alla Sanità Giovanna Volo con istruzioni operative, norme e paletti è stata inviata ai manager di Asp e ospedali dell’Isola.

A salvarsi sono medici e infermieri a cui i manager stanno rinnovando il contratto per due mesi in vista di una stabilizzazione definitiva. Ma anche 1.300 amministrativi e personale in servizio nelle Uca, il decreto Milleproroghe approvato a Roma permette, infatti, di stabilizzare anche questa categoria. Restano senza contratto i tecnici e gli informatici, poco più di 2.200, assunti due anni fa con la procedura del click day.

Nella direttiva dell’assessorato nulla risulta nelle nuove norme nazionali per questi lavoratori. Lo stato di emergenza Covid-19, ricordiamo, è cessato il 31 marzo del 2022 ma dopo un anno non è stata trovata una soluzione per dare la possibilità ai cosiddetti “precari Covid” di proseguire la loro opera al servizio delle istituzioni sanitarie siciliane. Questo stop, proprio in vista delle amministrative di primavera, ha aperto uno strappo nella maggioranza di centrodestra sull’asse Roma-Palermo. Su duemila contrattisti, infatti, solo un terzo oggi ha ottenuto il rinnovo del contratto e, dove non si vota le proroghe sono state meno generose. Cgil, Cisl e Uil sono sul piede di guerra e chiedono misure più eque per le stabilizzazioni di tutti i lavoratori recuperando anche gli esclusi nella fase di riorganizzazione della medicina territoriale.

Ufficio Comunicazione UIL Sicilia

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