Sale e salario
28.12.2023
“La sostanza divina”, come la definiva Omero; oppure “l’oro bianco”, per i romani. Stiamo parlando del sale, che da sempre ha avuto un ruolo fondamentale nella vita delle persone, sia per l’alimentazione, ma anche nei rapporti economici e sociali.
La sua scoperta risale al periodo Neolitico (10000 a.C.), quando l’uomo aveva smesso di essere nomade. Tra i bisogni della nuova condizione c’era quello di conservare i cibi come carne e pesce. Fu una vera “rivoluzione”, perché il sale era l’unico mezzo, insieme alla neve, per assicurare riserve di calorie in ogni situazione.
Nell’antico Egitto il sale era appannaggio esclusivo dei faraoni, usato in particolare per la mummificazione.
All’epoca dei Romani, il sale veniva usato come mezzo per il baratto, rappresentando una fonte importante di commercio e profitto. Per la sua rilevanza, fu costruita una via di traffico “specifico”, dove il sale transitava dall’Adriatico a Roma: la via Salaria.
Ma non solo. Nell’antica Roma – infatti – il sale era la “moneta” per il pagamento dei soldati delle legioni. Ed è da qui che deriva il termine latino salarium, parola che deriva dall’unione del lemma “sal” – sale – con la desinenza “arium”.
Con il tempo questa modalità di pagamento in natura è stata sostituita con il denaro, ma il termine “salario” rimane ancora oggi per indicare la remunerazione del lavoro, il suo prezzo.
Ciò ha comportato che su di esso, sulla sua natura, si misurassero nel tempo scuole economiche diverse e contrapposte. Per esempio, secondo la teoria neoclassica il salario è la retribuzione del fattore della produzione qual è il lavoro. Secondo gli economisti di matrice marxista, invece, il salario è il prezzo della forza lavoro derivante dal valore-lavoro.
Di conseguenza, abbiamo imparato a conoscere il “salario reale”, cioè il potere di acquisto che ognuno di noi ha rispetto alla possibilità di accedere ai beni di consumo. Oppure, il “salario di riserva”, inteso come il livello salariale minimo al di sotto del quale l’individuo non accetta di lavorare.
Ovviamente, intorno al sale non potevano non nascere miti e leggende. Anticamente, dopo aver distrutto una città, sui suoi resti si gettava del sale, al fine di non farle risorgere. È questo il motivo per cui si crede che il sale versato porta sfortuna.
Nella tradizione religiosa ebraica, il sale rappresenta il simbolo di gioia e fratellanza, ma sono ancora in molti oggi a credere che farlo cadere porti disgrazie. Addirittura, Leonardo da Vinci nell’opera del Cenacolo, raffigurò vicino a Giuda una saliera rovesciata, probabilmente basandosi proprio su questa convinzione.
Più prosaicamente, nel marzo del 1930, il Mahatma Gandhi organizzò quella che è passata alla storia come la “Marcia del sale”, al fine di protestare in maniera non violenta contro la tassa sul prezioso composto chimico, su cui vigeva un assoluto monopolio imperiale.
Forse non per niente Plinio il Vecchio par aver detto che “niente è più utile del sole e del sale”.
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