Ripensare il capitalismo

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01.03.2023

Ieri, nella sede nazionale della UIL, all’interno della cornice della rinnovata sala Buozzi, si è svolto un convegno dal titolo eloquente: “Ripensare il capitalismo”. Un’occasione di discussione importante su un tema centrale per uno sviluppo economico e sociale più equo e sostenibile, ma anche il momento per presentare i risultati di una ricerca promossa dalla UIL e realizzata insieme ai professori Elisa Giuliani e Simone D’Alessandro, del Dipartimento Remarc dell’Università di Pisa. Ha tratto le conclusioni di una discussione animata e interessante il Segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri.

Se il capitalismo è da considerarsi il sistema economico globale per definizione, e di cui non è in discussione l’esistenza, è evidente che da tempo – ovvero dall’affermarsi del paradigma economico del neoliberismo – sono aumentate vertiginosamente le disuguaglianze sociali.

Diventa centrale, quindi, sempre nell’ottica della necessità di una conversione green della nostra economia, trovare nuove modalità per tornare a redistribuire la ricchezza prodotta, al fine di prevenire fratture irreparabili del tessuto sociale.

Ovviamente, diventa necessario ripensare un modello di business che negli ultimi decenni ha avuto la possibilità di fare free riding su diritti e ambiente e proporre una visione di impresa non più improntata solo alla massimizzazione del profitto a vantaggio dei soli azionisti, ma che sia disposta a farsi carico dei costi socio-ambientali che l’attività d’impresa può generare.

Le relazioni dei Professori hanno seguito due separati filoni. La prima del prof. Simone D’Alessandro poneva linee guida per una politica economica per una transizione giusta, proponendo nello specifico: i) la riduzione dell’orario di lavoro; ii) il salario minimo; iii) un reddito di emergenza di livello pari a quello minimo dei contratti nazionali di categoria per permettere la riqualificazione dei lavoratori esclusi dalle trasformazioni del mercato del lavoro; iv) un reddito di base universale, di livello analogo a quello del Reddito di cittadinanza italiano.

La seconda relazione della professoressa Elisa Giuliani è stata incentrata sulle problematiche per una nuova politica industriale, evidenziando come i cambiamenti non possano perseguirsi semplicemente direzionando le politiche a favore di tecnologie o settori green. Necessaria la condizionalità dei sussidi e degli strumenti a favore delle imprese previsti dalle politiche industriali, alla condotta socio-ambientale delle imprese stesse.

A concludere il dibattito è intervenuto il segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri, che ha rimarcato la necessità di costruire un modello produttivo più equo e giusto, che riduca in maniera drastica le disuguaglianze, ribadendo la necessità del confronto e del dibattito per trovare soluzioni a problemi complessi.

Bombardieri è intervenuto sull’orario di lavoro, che a suo giudizio si può diminuire a parità di salario, al fine di conciliare in maniera più virtuosa i tempi di vita e di lavoro; sulla possibilità del salario minimo ma sempre a patto che venga vincolato ai minimi stabiliti dai collettivi nazionali.

Il ruolo del sindacato – ha proseguito Bombardieri – è proprio quello di cercare di far pressione sulle scelte politiche, tentando di influenzarle al fine di costruire una società più inclusiva e quindi giusta socialmente.

Leggi la sintesi della ricerca.

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