Repressioni contro i sindacalisti in Bielorussia. Si chiede il dialogo.
31.01.2022
È sempre preoccupante la situazione socio – politica ed economica in Bielorussia, che la Uil ha da sempre seguito con grande attenzione e apprensione.
Fin dall’agosto 2020, infatti, l’illegittima e non democratica rielezione del Presidente Alexander Lukashenko ha causato manifestazioni di piazza e proteste da parte della società civile, seguite da una repressione dura e violenta del regime, con centinaia di arresti in tutta la Bielorussia.
Il risultato elettorale è stato disconosciuto dalla comunità internazionale e dall’UE, che dal novembre 2020 ha sanzionato il presidente Lukashenko e altre 14 personalità del regime. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani durante la repressione delle proteste e ha chiesto l’annullamento delle elezioni.
In questo contesto difficilissimo, sono stati innumerevoli anche gli attacchi ai sindacalisti e al movimento sindacale bielorussi. Senza contare le violazioni da parte del governo dei diritti dei lavoratori, ai quali è stato negato il diritto di sciopero e di manifestazione.
In particolare, gli attivisti dei sindacati indipendenti della Bielorussia sono stati oggetto di una campagna di repressione pesantissima: detenzioni, licenziamenti e pesanti multe. La CSI, sindacato internazionale, ha acceso più volte i riflettori sulla situazione drammatica Bielorussa: recentemente, per fare solo un esempio della escalation di repressione e violenza, IndustriAll ha riferito di ulteriori attacchi a leader e membri del sindacato. Alcuni di loro sono stati costretti a fuggire dal Paese e altri sono stati licenziati per il loro attivismo.
Il sindacato europeo e quello internazionale hanno denunciato e condannato a più riprese l’operato del regime e hanno sostenuto con varie iniziative a tutto campo (sui social, online, lettere di solidarietà) i sindacati indipendenti e la società civile bielorussa. Anche la Uil, accanto a tutto il movimento sindacale europeo ed internazionale, si è mobilitata con convinzione e solidarietà, chiedendo l’avvio di un vero processo democratico e nuove elezioni libere, il rispetto dei diritti umani fondamentali, la fine della repressione e il rilascio dei detenuti politici.
Il 1° maggio 2021, in occasione della Festa del Lavoro, i Segretari Generali di CGIL, CIL e UIL hanno incontrato durante una visita ufficiale in Italia Sviatlana Tsikhanouskaya, ex candidata alle elezioni presidenziali e ora leader dell’opposizione democratica fuggita in Lituania.
“Solo il dialogo può porre fine alla crisi nazionale”. Questo è quanto chiede l’unica associazione sindacale indipendente in Bielorussia (BKDP): “Solo i negoziati e un dialogo su vasta scala e aperto tra gli oppositori che rappresentano l’intera società bielorussa permetteranno di raggiungere gli obiettivi di riconciliazione, unità e sviluppo.
Una posizione che la segretaria generale della CSI, Sharan Burrow, condivide e sostiene: “Abbiamo visto in molti casi – ha detto Burrow – come il dialogo con i sindacati democratici abbia contribuito alla riconciliazione e alla pace. Questo può essere il percorso anche per la Bielorussia.”
Il sindacato internazionale, compresa la Uil, sostiene pienamente lo sforzo del BKDP di avviare il processo di riconciliazione in Bielorussia per ottenere i miglioramenti nel paese che il popolo bielorusso merita, a partire dalla garanzia dei diritti fondamentali per i lavoratori.
Del resto, la UIL fin dalla sua nascita, e nel corso della sua storia, ha sempre sostenuto le aspirazioni alla libertà, alla democrazia e alla giustizia sociale dei popoli e dei sindacati di tutto il mondo.
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