Regno Unito: il governo conservatore pensa a una legge antisciopero

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19.01.2023

A quasi tre anni dall’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e con le ricadute ancora in corso causate dalla Brexit, in aggiunta ad un contesto socioeconomico delicato segnato da crisi energetica e caro vita, elevata inflazione (10,7% a novembre) e rallentamento economico, il governo conservatore Tory ha annunciato una nuova legge che limita il diritto di sciopero in alcuni settori pubblici, senza alcuna consultazione con il sindacato TUC.

Il provvedimento, che il Primo ministro Rishi Sunak intende proporre in Parlamento nelle prossime settimane, permetterebbe ai dirigenti di aziende operanti nei settori dell’istruzione, della sanità, delle ambulanze, dell’energia, dei trasporti e dei vigili del fuoco di fare causa ai sindacati che indicono scioperi e di licenziare i dipendenti che vi aderiscono nel caso non fosse garantito un livello minimo di servizio, che il governo intende estendere rispetto alla normativa attuale.

Nel caso entrasse in vigore la normativa sarebbe un duro attacco al diritto fondamentale dei lavoratori di scioperare per difendere i propri salari e migliorare le condizioni di lavoro, oltre a rappresentare una restrizione inaccettabile alla libertà sindacale di associazione protetta dal diritto internazionale (Convenzione OIL n.87 e art. 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo).

La proposta, definita antisciopero, ha suscitato una forte reazione da parte del partito laburista all’opposizione, dell’opinione pubblica e dei sindacati. Il neoeletto S.G. del TUC, Paul Nowak, ha ribadito la ferma contrarietà del movimento sindacale ad ulteriori limitazioni del diritto di sciopero (l’attuale legge nel Regno Unito è già tra le più stringenti in Europa occidentale) e all’erosione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Inoltre, il sindacato britannico ha lanciato una petizione online a difesa del diritto di sciopero che ha già superato le 110mila firme e corre veloce verso l’obiettivo delle duecentomila.

Il leader del TUC ha aggiunto che le ricorrenti ondate di scioperi che stanno agitando il Regno Unito hanno tutte origine da una causa comune: l’incapacità del governo di far crescere i salari a seguito di dodici anni di tagli, ovvero la più lunga contrazione delle retribuzioni nella storia moderna del paese.

In risposta alle dichiarazioni dell’esecutivo guidato da Sunak, secondo il quale la legislazione è in linea con l’Europa, è intervenuta anche la S.G. della Confederazione europea dei sindacati (CES) Esther Lynch: “I piani del governo britannico lo allontanerebbero ancora di più dalle normali pratiche democratiche vigenti nell’UE, mentre dovrebbe sedersi al tavolo con i rappresentanti sindacali per negoziare un accordo equo il prima possibile, e non rispondere agli scioperi introducendo una legge restrittiva”.

Dipartimento Internazionale UIL

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