Pronto soccorso in Italia: un’Emergenza nell’Emergenza, occorre rimediare nella Nadef
07.02.2024
La contrazione delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale, derivante dai provvedimenti legislativi degli ultimi anni, a partire dalla legge 135 del 2012 sulla spending review, ad oggi ha costretto ad una rigorosa riorganizzazione dei servizi, sia ospedalieri sia territoriali, portando all’attuale fotografia, non proprio positiva, del sistema Salute del nostro Paese e in particolar modo dei Pronto Soccorso.
Cercare di capire perché i pronto soccorso sono “sempre” intasati significa per la Uil anche riflettere sulle falle del sistema stesso, quelle strutturali, politiche, economiche.
Le carenze strutturali del SSN
Non è possibile immaginare l’Ospedale, la medicina territoriale e la prevenzione, i tre pilastri fondamentali del SSN, funzionare disgiuntamente. Solo un corretto coordinamento tra gli stessi può portare ad un riverbero positivo sul sistema di emergenza urgenza.
Quello che riscontriamo in questo momento è che la sanità al Nord, un tempo considerata un diritto, al Sud è, ormai, da anni una speranza.
Non è più rinviabile la realizzazione nel paese di un piano nazionale di riqualificazione e ristrutturazione degli ospedali esistenti a cui va aggiunta la necessaria messa in opera di nuove infrastrutture.
È necessario intervenire per lo sviluppo di una connettività di alta qualità su tutto il territorio nazionale per dare concretezza alla Telemedicina. (A tal proposito segnaliamo che su un totale di 7902 comuni, più di 4.600 comuni sono senza copertura (vale a dire 2,9 milioni di italiani a cui la telemedicina non arriva o arriva parzialmente) e di questi comuni “disconnessi” la maggior parte si concentra al sud.)
Il blocco delle assunzioni e la successiva carenza di personale
Le criticità relative alla carenza di personale sono molteplici: il blocco del turn over, le dimissioni inattese come nel caso della medicina di urgenza, la fuga verso il privato e l’estero.
Come primo atto, è necessario rimuovere il tetto alla spesa del personale che blocca le assunzioni dal 2010 al livello di spesa del 2004 meno l’1,4% e intervenire attraverso la contrattazione collettiva di I e II livello per rendere attrattiva soprattutto l’area dell’emergenza – urgenza.
I numeri della carenza infermieristica sono evidenti: -65.000 unità e con il decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza sul territorio (per il PNRR) ne servono almeno altri 20.000 (quelli di famiglia e comunità).
Nei prossimi anni poi la situazione è destinata a peggiorare: i 10.000 pensionamenti annui di infermieri dal 2029 raddoppieranno; quasi 30.000 infermieri italiani sono andati all’estero per le scarse prospettive del nostro Paese (e la formazione di ognuno è costata in media allo Stato circa 30.000 euro) e ne continuiamo a perdere circa 3.000-3.500 ogni anno.
Anche per i medici la situazione non è delle migliori.
Registriamo come la specializzazione di emergenza-urgenza ha numeri davvero preoccupanti, nel 2022 sono state assegnate soltanto 266 borse di studio sulle 855 a disposizione, è necessario avviare una vera riforma che preveda l’introduzione di un contratto formazione-lavoro che consenta ai medici di specializzarsi nella rete dei servizi con progressiva assunzione di autonomia professionale e con tutti i diritti e tutele del contratto collettivo nazionale.
Potenziare Triage e Pronto Soccorso
Al fine di introdurre dei correttivi alla gestione dei PS diretti a migliorare la risposta sanitaria ed evitare episodi di violenza a carico del personale sanitario occorre intervenire a:
-Implementare presso ciascun Pronto Soccorso modalità strutturate per la gestione dell’informazione e indirizzo dei pazienti verso la rete dei servizi sociali sociosanitari per percorsi complessi;
-Definire per ciascun territorio percorsi condivisi tra ospedale e territorio incentivando la realizzazione di Aggregazioni Funzionali Territoriali.
-Potenziare e rafforzare il sistema dell’emergenza e postazioni medicalizzate infermierizzate del 118.
Gli interventi nella Nadef
Ormai le criticità della sanità sono note, dunque adesso occorre intervenire stanziando adeguate risorse economiche. Auspichiamo che tramite la Nadef il Governo rimedi al drammatico errore compiuto in questa legge di bilancio che ha tradito la Sanità Pubblica, perché una buona Sanità è l’investimento più grande e significativo che una Nazione possa fare per i suoi cittadini di oggi e del futuro.
Servizio Politiche Sociali e Welfare, Sanità, Mezzogiorno, Immigrazione
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