Idee e riflessioni per un nuovo socialismo – Presentazione del libro “Il privato collettivo” di Franco Archibugi
25.02.2023
In una politica in piena crisi di identità, soprattutto a sinistra, un libro come quello postumo di Franco Archibugi “Il Privato Collettivo. Un nuovo socialismo che sta cambiando il Paese”, a cura di Nicola Acocella e Piero Schiavello – pubblicato da Luiss University Press – può essere un valido strumento per ridefinire idee e valori.
L’isola dell’astensionismo non è più disabitata e selvaggia: si popola, anzi, sempre di più, a ogni tornata elettorale. Non ultima, quella regionale da poco superata, in cui i numeri dell’astensionismo si sono dimostrati talmente importanti da far notizia più dell’elezione stessa.
Il libro di Archibugi, grande intellettuale e tecnico della programmazione, in un periodo storico in cui la sinistra riformista ha dato certamente modo di mostrare tutta la sua capacità di interpretazione della realtà, dona spunti di riflessione utili per ricalibrare l’identità stessa della sinistra e del socialismo “moderno”.
Nel corso della presentazione del libro, su iniziativa del Senatore Verducci, in collaborazione con la Fondazione Pietro Nenni e con la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, è stato sottolineato da Valdo Spini come “Il libro di Archibugi ci aiuta efficacemente a rendere nuovamente attuale e accattivante la parola socialismo”, nell’ottica di un’evoluzione moderna delle idee e dei valori.
Archibugi, illustre economista ed urbanista tra i principali studiosi di pianificazione in Italia e non solo, scomparso recentemente, come ha fatto notare la Fondazione Pietro Nenni “offre diversi spunti di riflessione, oggi più che mai attuali e necessari, sul socialismo, riprendendo il tema della pianificazione, tra i punti salienti dell’attività riformista negli anni ‘60, quando tra mille difficoltà i socialisti lavorarono per l’applicazione della Costituzione, per la modernizzazione del Paese sui diritti sociali, civili e dei lavoratori.”
WELFARE SOCIETY, TERZO SETTORE E TERRITORIO
Temi come la ricerca di identità politica, la crisi della politica, il legame tra pubblico e privato nella costruzione di una welfare society e l’importanza del Terzo Settore e della “forza” solidale della collettività non lasciano spazio a retoriche ma rappresentano una sorta di zoccolo duro, ideologico se vogliamo, ma anche concreto, su cui basare un’idea di Paese.
Idea che la parte sinistra del cuore della politica italiana ha evidentemente smarrito.
Cosa fare allora, se non ripartire dai grandi temi come quelli che Archibugi ha sviluppato con grande finezza per ricostruire non solo un senso politico aperto e inclusivo ma anche per generare, finalmente, un sistema interconnesso e democratico tra persone e politica. Tra società e Istituzioni.
Basti pensare a un argomento ampiamente discusso durante la presentazione del libro, nella Sala Capitolare della Biblioteca del Senato da Giorgio Benvenuto, Domenico De Masi, Cesare Salvi, Valdo Spini e Francesco Verducci: l’evoluzione e la forza attuale del Terzo Settore e dell’iniziativa privata ma collettiva. A partire dalle esperienze del territorio: tra le pieghe delle nuove economie in antitesi al neo-capitalismo sfrenato, tra la cooperazione e la collaborazione sociale c’è un fermento attivo che mostra, forse più che nel passato, voglia di agire, di esserci, di fare. Animate forse da quel desiderio ancestrale che il sociologo Domenico De Masi, nel corso dell’iniziativa, ha orientato al concetto di “felicità collettiva”. Quell’idea secondo cui non si può essere felici nell’infelicità altrui, ma solo in un contesto di serenità generale e trasversale. Oltre le disuguaglianze. Un concetto semplice, se vogliamo. Eppure, ora come ora, rivoluzionario.
IL CARATTERE INNOVATIVO DELL’IMPEGNO CIVICO E DELLE NUOVE ECONOMIE
La prefazione di Giuliano Amato ha messo in evidenza proprio il carattere innovativo del lavoro di Archibugi e Ruffolo che pesarono l’importanza politica del terzo settore e dell’impegno civico. Scrive Amato: “Una democrazia è tale se tutti, o il numero possibilmente più alto di noi, sono partecipi delle scelte che si fanno e le accettano, quindi, non perché le subiscono dall’alto, ma perché, essendone coinvolti, le condividono.”
Se è vero che all’Italia manca una reale politica “di sinistra” è vero anche che molte delle iniziative “private collettive” ne attuano, forse anche involontariamente, principi e valori. Una “scintilla” che accende e connette non solo l’interesse personale e privato ma quello generale e collettivo.
È dal basso, dunque, che viene un segnale importante per chi crede che il socialismo sia morto.
Piccoli grandi spunti per partiti in cerca di autore.
Fondazione Nenni
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