Nuovo “Piano cronicità”. Tanto rumore per nulla

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25.06.2024

Nel nuovo “Piano cronicità” vengono aggiunte patologie come l’obesità, l’endometriosi e l’epilessia, portando le malattie a cui andrebbero dedicati specifici percorsi diagnostici-terapeutici a quota tredici. Peccato che di fatto si tratti di una bozza destinata a rimanere solo su carta senza una reale applicazione.

Nel testo, infatti, non vi è alcuna menzione di un budget e di un meccanismo di verifica efficace. Eppure, l’Atto d’indirizzo del Ministero della Salute sia per il 2023 che per il 2024 è chiaro: sull’emergenza cronicità bisogna investire.

Nessun finanziamento

Questa Pnc, invece, disattende la precisa indicazione del ministro Schillaci e non prevede alcun finanziamento. Per non parlare dell’altro grande nodo che sta mandando il nostro Servizio Sanitario Nazionale al collasso e che, rispetto alla problematica della cronicità, rischia davvero di ledere il diritto inviolabile di ogni cittadino, sancito dalla Costituzione, di accesso alla cura e di tutela della salute, soprattutto per la carenza di personale.

Su questa emergenza la Uil-Fpl ha più volte lanciato l’allarme rimanendo troppo spesso inascoltata. Piuttosto che predisporre un piano di assunzione straordinario ed eliminare il tetto di spesa per le assunzioni – limite ostativo al necessario processo di rivitalizzazione degli organici – rinnovare con risorse adeguate i Ccnl dei professionisti sanitari, stabilizzare i precari e garantire la doverosa valorizzazione economica e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica, si preferisce svendere il nostro Ssn sul mercato privato, monetizzandolo e privandolo della sua natura universale e solidale, con prestazioni sempre più esternalizzate. Ed è proprio così che la nostra eccellenza professionale finisce per essere sacrificata a causa di risorse insufficienti, carenza di personale e condizioni di lavoro sempre più precarie e pericolose.

Criticità

La versione 2024 (quindi ‘spot’, cioè non pluriennale e inoltre ancora in bozza a metà anno) del Piano inquadra un fenomeno che assorbe tra cure a casa e in ospedale l’80% dei costi sanitari, per non parlare dei 9 milioni di caregiver. Con l’aggiunta di queste tre nuove cronicità, per l’appunto l’obesità, l’endometriosi e l’epilessia, ci saranno 8 milioni di pazienti in più (4 milioni di obesi, 3 mln di donne con endometriosi e 600mila persone con epilessia). Per riuscire ad affrontare al meglio il quadro appena prospettato, all’Italia servono medici ma soprattutto infermieri di comunità, cuore dell’integrazione sociosanitaria, poiché molti di quelli operativi sono troppo anziani. C’è, infatti, un dato su tutti, che fa traballare il Piano: l’uscita per pensionamento di oltre 21mila infermieri nel quinquennio 2022-2027 che, a fronte dei 20mila stimati necessari per realizzare il disegno del Dm 77, fa sì che ne manchino all’appello almeno 16-17mila.

Rimandare interventi strutturali non è più possibile. È arrivato il momento di investire sul personale per poter potenziare i servizi sanitari, dare risposte alle domande inevase e incentivare la prevenzione.

Ufficio Comunicazione Uilfpl

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