Senza radici non c’è futuro: Pancrazio Gennaro un socialista illuminista

4' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

03.06.2023

“Uomo pubblico, generoso e visionario. La sua passione, unita alla competenza, come esempio per i giovani”.

Con queste parole l’amministrazione di San Pancrazio ha inteso intitolare a Pancrazio Gennaro il centro polivalente giovanile nel suo Paese natale. A vent’anni di distanza la commemorazione ha aperto una riflessione sul fare politica e sull’esser socialisti. A San Pancrazio oltre la famiglia, il primo cittadino e l’amministrazione tutta anche il già ministro Claudio Martelli ed il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. L’evento un doveroso ricordo verso chi ha speso la vita per la sua gente ma anche l’occasione per dedicargli uno spazio aperto per i giovani che salda quell’idea di futuro e progresso sociale che ha animato sempre Pancrazio. Un uomo che – come ha evocato suo figlio Francesco – voleva “superare i campanili, costruire reti, fare sistema, generare prossimità”.

Ovvero, potremmo dire, mettere in campo un’idea di progresso in cui stanno dentro tutti, secondo lo spirito che da sempre anima il miglior socialismo italiano. Perché Pancrazio è stato per tutta la vita un socialista.s

È stato Claudio Martelli a tendere un filo che idealmente univa l’esperienza politica di Pancrazio con quella del socialismo delle origini, che vedeva nel Comune, e quindi nella prossimità, il baluardo entro cui “ammaestrarsi alla lotta”. La politica, ha sottolineato Martelli, è prima di tutto “un fare e il fare consiste nell’associare uomini e donne intorno ad obbiettivi”.

Nei fatti parliamo del socialismo delle cose di turatiana memoria, che non ha, evidentemente, perso nulla della sua attualità. Una “combinazione di cultura e di spirito molto pratico”, che lo stesso Pancrazio ha rappresentato per il suo territorio.

Questa attenzione per il territorio, ha ricordato Martelli, è stata propria anche di Bettino Craxi, il quale a Milano aveva costituito l’ISAP: Istituto per lo studio dell’amministrazione pubblica. Un luogo dove si apprendevano le basi tecniche per ben amministrare la cosa pubblica.

A chiudere una giornata intensamente partecipata, Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della UIL, confederazione che affonda le sue radici anche in quel riformismo socialista in grado di migliorare le condizioni dei lavoratori senza mai cedere al velleitarismo massimalista e puntando sempre su obbiettivi concreti: gli unici che nella storia hanno realmente e portare vantaggi per la classe lavoratrice.

Anche Segretario generale ha voluto tendere il filo che tiene insieme memoria, ideali e futuro. Un intervento, il suo, che si è snodato su due direttive che entrambe si ritrovano in Pancrazio, ma che allo stesso tempo possono rappresentare spazi per discussioni anche sull’oggi.

La prima, riguarda l’impegno politico, che nel socialismo ha voluto sempre significare dedicarsi all’altro, al tuo prossimo in carne ed ossa; nella capacità di parlare a tutti indistintamente e nel saper ascoltare le persone, rappresentandone le istanze nei luoghi dove si prendono le decisioni. Con una generosità insita in uomini che hanno dedicato la loro vita agli ultimi. La fiducia che i cittadini riponevano in questi loro rappresentanti si misurava con la partecipazione sia al voto (sempre molto alta), che nelle affollate sezioni, in cui si discuteva e ci si confrontava tra compagni.

Il confronto con l’oggi – ha sottolineato Bombardieri – è impietoso in termini di astensionismo e di mancanza di luoghi veri e reali di discussione.

L’altro tema sollecitato dal Segretario della UIL ha riguardato il significato di essere socialisti oggi: l’attualità di un’idea che non ha perso nulla del suo valore originario, perché sono ancora troppo evidenti le grandi disuguaglianze che lacerano la nostra società.

Il socialismo è ancora un principio guida per chi crede che tutti debbano avere pari opportunità per giocarsi la partita della vita; dichi vuole realizzare le proprie aspirazioni, al di là e a prescindere dalle condizioni di nascita. L’essere riformisti assume ancora un valore per chi ritiene necessario che al turbocapitalismo debbano essere messi degli argini in grado di non far annegare coloro chenon ce la fanno. Ancor di più in tempi di forte progresso tecnologico, che va guidato affinché non produca nuovi esclusi e nuove povertà.

Il mercato è certamente un ottimo modo di produrre ricchezza, ma i socialisti hanno il compito – oggi come ieri – di temperarne gli eccessi in nome dell’uguaglianza.

Inoltre, essere socialisti non può assolutamente prescindere dalla difesa e valorizzazione di un sistema sanitario nazionale universale che curi tutti, senza distinzione alcuna.

Il ricordo di Pancrazio Gennaro, ha concluso Bombardieri, dà la possibilità a tutti di portare una testimonianza di chi non è morto e continua a vivere con il suo esempio insieme a noi. Perché senza radici non c’è futuro.

Articoli Correlati