ISTAT: natalità in forte calo. Come possiamo invertire la rotta?
23.12.2024
L’ISTAT rivela il bilancio negativo della natalità in Italia nel 2023: solo 379.890 nuovi nati, -3,4% rispetto al 2022.
È l’undicesimo anno consecutivo che i dati risultano in calo. Lo scenario demografico italiano sta attraversando una fase critica senza precedenti: dal boom demografico del 1964, il declino sembra inarrestabile. Il 2023 non solo conferma il trend, ma stabilisce anche un nuovo record nella storia del Paese: poco più di 6 nati ogni mille residenti.
La situazione assume contorni ancora più allarmanti se confrontata con lo scenario internazionale. Il tasso di fertilità in Italia (1,2 figli per donna) colloca il paese tra le nazioni con minor natalità al mondo, seguito solo da Singapore (1,1) e Corea del Sud (0,8).
L’analisi territoriale non nasconde disparità del tutto prevedibili: a picco le regioni come Sicilia, Campania e Calabria con valori tra 1,32 e 1,28. Ancora una volta il Meridione si conferma in svantaggio.
Sono molteplici i fattori che concorrono al calo delle nascite. La tendenza generalizzata ad avere meno figli è sempre più consolidata – in media 1,14 per donna, in netto calo rispetto, ad esempio, al 2010 con 1,4 – il che, molto spesso, dipende dalla difficoltà delle donne nel gestire il pesante binomio casa/carriera, anche dovuto all’assenza di un congedo di paternità equiparabile a quello di maternità.
Come risponde l’attuale Governo a questi dati allarmanti?
Le misure della manovra proporrebbero diverse novità per le famiglie. Il testo inviato alla Camera, infatti, per ovviare al problema della natalità, scommette sul «bonus nuove nascite», ossia un sussidio di mille euro per i neogenitori (anche adottivi) con Isee sotto i 40mila euro. Questa scelta è diventata una misura bandiera per il presunto supporto alle famiglie con figli. Nelle intenzioni di Meloni dovrebbe essere un provvedimento di forte impatto, ma di fatto è una replica del “bonus bebè” previsto nelle passate legislature da altri governi, che nulla ha risolto, come mostrano i dati demografici. Analoga la ragione della scelta di rifinanziare la carta “Dedicata a te”.
Sono state introdotte alcune disposizioni con la manovra, spinti anche dalle direttive europee, ma non sufficienti, da quella sul work life balance 2019/1158 di recente recepimento, ad alcune piccole modifiche del bonus per la frequenza degli asili nido e dell’assegno unico universale per i figli a carico, i cui versamenti verranno esclusi dal computo dell’Isee (almeno ai fini del bonus asilo nido). Così facendo, non si fa che tentare di rimediare a errori precedenti, per cui molte famiglie si sono ritrovate con un Isee più alto a causa dell’assegno e, di conseguenza, perso altre agevolazioni.
In sintesi, sembra che basti aggiustare un po’ il tiro sulle misure precedenti e dare in pasto all’opinione pubblica delle social card. Gli aiuti una tantum, però, non bastano a risollevare questo Paese e sono i numeri a ricordarlo.
Cosa servirebbe davvero:
La risposta del Governo al problema, quindi, non è che l’adozione di misure temporanee, le quali spesso tagliano fuori molte famiglie italiane. Servono invece interventi strutturali a lungo raggio che possano incidere in modo significativo sul calo delle nascite, a partire da quelli concernenti il lavoro con il superamento della precarietà, la crescita dei salari, le politiche di conciliazione di vita e di lavoro e le politiche per contrastare l’alto tasso di disoccupazione giovanile.
La scelta di diventare genitori dipende da una stabilità garantita da un welfare pubblico robusto, da servizi educativi accessibili, da politiche del lavoro che sostengano l’occupazione femminile e la conciliazione dei tempi lavoro famiglia e dalla sicurezza abitativa per i giovani. Inoltre, l’offerta di servizi per l’infanzia è ancora carente, specialmente al Sud e nelle Isole, penalizzando famiglie e bambini in una fase cruciale dello sviluppo.
I genitori italiani hanno bisogno di servizi educativi validi, congedi parentali estesi e l’accesso gratuito o agevolato agli asili nido. Bisogna dare un supporto economico continuativo alle famiglie, aiuti validi, così come avviene in altri Paesi europei.
Ecco cosa servirebbe davvero. La genitorialità rappresenta un cambiamento nella vita delle persone; solo un impegno solido e duraturo può sostenere le famiglie italiane e creare le basi per un futuro demografico sostenibile.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri
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