Domani gli edili alla sede centrale Inail per la Giornata Mondiale della salute e sicurezza sul lavoro

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27.04.2023

Anche domani, come ogni anno, i sindacati delle costruzioni scelgono di celebrare la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro con un’azione simbolica per richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. 

Il Safe Day è stato istituito dall’ILO – Organizzazione internazionale del lavoro – nel 2003 per promuovere e sensibilizzare cittadini e istituzioni alle questioni della salute e sicurezza sul lavoro e diffondere la cultura della sicurezza e del lavoro dignitoso. Ma domani, come ricordano Uil, Cgil e Cisl è anche la Giornata mondiale delle vittime dell’amianto e numerose saranno le attività organizzate da tutto il sindacato.

In particolare, gli edili hanno scelto la sede centrale dell’Inail per commemorare le vittime sul lavoro ricordando gli operai morti nello scavo del traforo di San Gottardo con la deposizione di una corona di fiori presso il monumento ad essi dedicato. Ma non solo ci sarà una sorta di scenografia pensata per richiamare l’attenzione sulle tematiche più sentite dal settore in cui ogni anno avvengono circa il 20% delle morti totali.

Morti sul lavoro: le cause più diffuse

Ricordiamo che la caduta dall’alto resta la causa di morte più diffusa nei cantieri, seguita dal ribaltamento di mezzi e crollo materiali. Aumentano anche i casi di morti da malore, collegate alle condizioni climatiche estreme che accompagnano il lavoro all’aperto in estate e all’età media degli operai, in crescita ormai da molti anni: un dato su tutti quello degli over 50, passati da essere nel 2014 il 25% del totale della manodopera a quasi il 36% nel 2021.

Negli ultimi anni si sono avute risposte importanti con provvedimenti come il Durc di congruità, l’applicazione dei contratti di settore anche a tutta la filiera, la riduzione degli anni di contribuzione per l’accesso all’ape sociale, per citarne alcuni. Ma c’è ancora tanta strada da fare, come l’applicazione della Patente a punti, uno strumento importante già previsto dal Testo unico, la definizione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, gli investimenti su formazione e informazione, l’utilizzo della tecnologia per la prevenzione degli infortuni e l’introduzione di aggravanti per gli infortuni sul posto di lavoro. 

Il problema dell’amianto

Inoltre, resta una priorità eliminare tutto l’amianto a cui i lavoratori edili sono esposti soprattutto nelle ristrutturazioni e nelle opere di efficientamento energetico. Sebbene questo materiale sia stato vietato nell’UE dal 2005, le persone continuano a morire. Nel 2019 più di 70.000 europei sono morti per le conseguenze dell’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro e si stima che attualmente siano esposti dai 4,1 ai 7,3 milioni di lavoratori, dei quali il 97% nel settore edile e il 2% nella gestione dei rifiuti. Mentre in Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 2010-2016 sono stati stimati 4.410 decessi l’anno attribuibili ad esposizione ad amianto di cui 3.860 maschi e 550 donne, 1.515 per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi, 2.830 per tumore polmonare, 16 per tumore ovarico.

Questi dati confermano l’assoluta necessità di aumentare la sorveglianza sanitaria per rafforzare la prevenzione delle malattie professionali e monitorare lo stato di salute del cantiere al fine di vincere questa battaglia di civiltà una volta per tutte.

 

 

 

 

 

 

 

Ufficio Comunicazione Feneal

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