Mode Off. Il diritto alla disconnessione
03.11.2021
Quanto può durare una giornata di lavoro? È giusto ricevere mail, messaggi, videocall sempre senza limiti di orario, anche quando l’ufficio è chiuso? Smartworking vuol dire poter lavorare ovunque, ma anche a qualsiasi ora?
I modelli di organizzazione del lavoro stanno cambiando: la realtà in cui siamo immersi, piena di stimoli e strumenti digitali è un motore incessante di cambiamento. Spazi, tempi, relazioni, incontri stanno conoscendo grandi trasformazioni. Accanto alle possibilità e alle opportunità di migliorare lo status quo, ci sono anche i rischi.
Tra questi la continua esposizione alle richieste dei datori di lavoro, il techno stress, l’overload di informazioni. Ed è per questo che sempre più si parla di diritto alla disconnessione. La possibilità, cioè, di potersi sentire “liberi” dagli obblighi del lavoro, di poter essere irreperibili e di staccare la spina dai carichi professionali.
DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE
Le professioni digitali sono sempre più numerose, articolate, complesse e stanno pioneristicamente camminando in un ambito che è ancora sconosciuto. Di più: anche le professioni più “analogiche” stanno cambiando volto, dando la percezione di una disponibilità assoluta verso i datori di lavoro, gli utenti, i clienti anche dopo l’orario canonico di lavoro stabilito dai ccnl.
Del resto, la tecnologia è ormai pervasiva e un semplice smartphone è un vero e proprio ufficio digitale sempre a disposizione.
La disconnessione non è sempre ben vista dai datori di lavoro. E’ importante affrontare il tema al fine di evitare l’aumento di abusi.
Del resto, la sociologia ha investito molto negli ultimi decenni sullo studio dei nuovi modelli e dei nuovi processi culturali derivanti dall’uso pervasivo dei dispostivi elettronici.
Il diritto alla disconnessione non è un capriccio. Per diritto alla disconnessione si intende il diritto per il lavoratore di non essere sempre e assolutamente reperibile, senza che questo comprometta la sua situazione lavorativa.
LA DISCUSSIONE IN ITALIA E IN EUROPA
Il tema c’è anche a livello Istituzionale. Proprio in questi giorni i sindacati e il Ministro del lavoro Orlando stanno affrontando la discussione sul lavoro agile, toccando anche le corde dei nuovi diritti, tra cui, appunto il diritto alla disconnessione.
L’obiettivo è quello di arrivare alla sottoscrizione di un accordo che stabilisca le linee guida da attuare nei luoghi di lavoro attraverso la contrattazione nazionale, aziendale e territoriale, a cui il lavoratore potrà riferirsi.
Anche fuori dai confini nazionali l’argomento è trattato con attenzione. In Francia, ad esempio, già dal 2016 esiste l’obbligo, nella contrattazione, di prevedere il diritto alla disconnessione dei lavoratori fuori dall’orario di lavoro stabilita, sebbene non esistano sanzioni per il datore di lavoro che vìoli questo diritto.
In Germania sono i contratti a definire le modalità di “spegnimento” dei device e la possibilità per i lavoratori di non rispondere alle sollecitazioni lavorative nel tempo libero.
Il Parlamento Europeo stesso è intervenuto già dallo scorso 21 gennaio, complice anche l’acceleramento verso lo smartworking dovuto ai lockdown per la pandemia Covid19. La risoluzione del Parlamento Europeo invita gli stati membri a riconoscere il diritto alla disconnessione, evidenziando i rischi di un approccio al lavoro totalizzante e senza più spazi dedicati esclusivamente alla vita privata.
I RISCHI
Lo squilibrio tra i vari ambiti della vita crea troppo stress, mettendo sottopressione il lavoratore e generando nuove malattie professionali.
La connessione costante può realmente causare problemi di salute come la riduzione della concentrazione, emicranie dovute a un sovraccarico eccessivo di task e tensioni, affaticamento per gli occhi, ansia, burn out, depressione e disturbi mentali dovuti al lavoro.
Servono, insomma, regole che tutelino lavoratrici e lavoratori che stanno sperimentando un nuovo approccio organizzativo del lavoro. La contrattazione è lo strumento ideale: definisce regole chiare e specifiche in ogni ambito o settore, tutelando diritti vecchi e nuovi, la salute e la sicurezza sul lavoro e limitando abusi ed eccessi.
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