MINORI A RISCHIO POVERTA’ IN ITALIA – IL PROGRAMMA EUROPEO ED IL RAPPORTO DI SAVE THE CHILDREN 

5' di lettura
Mi piace!
0%
Sono perplesso
0%
È triste
0%
Mi fa arrabbiare
0%
È fantastico!!!
0%

16.03.2023

Recentemente Save The Children ha diffuso il rapporto europeo “Garantire il Futuro dei Bambini”.

Il rapporto, redatto dall’organizzazione che da quasi un secolo si occupa della tutela dell’infanzia, prende in esame la situazione di povertà di bambini e bambine in 14 paesi dell’Unione, tra cui anche l’Italia, per verificare l’applicazione del Programma Europeo di Garanzia per l’Infanzia (European Child Guarantee).

European Child Guarantee – Programma Europeo di Garanzia per l’Infanzia

Il Programma fu annunciato per la prima volta nel 2019, dall’allora neo-eletta Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Il 14 giugno 2021 il Consiglio dell’Unione ha adottato la Raccomandazione che istituisce una garanzia per l’infanzia;  obiettivo del documento è garantire a tutte le bambine ed i bambini a rischio di esclusione sociale l’accesso ai servizi educativi e sanitari, ad un’alimentazione sana ed a condizioni abitative adeguate, partendo dall’individuazione dei minori in situazioni a rischio, con riguardo per quelli in condizioni di particolare vulnerabilità (minori con disabilità, rifugiati o di origine straniera).

Gli Stati membri che registrano un tasso di povertà minorile superiore alla media europea possono realizzare interventi specifici utilizzando il Fondo Sociale Europeo Plus (per almeno il 5% dell’allocazione totale), in concomitanza con le risorse del Fondo Europeo di sviluppo regionale e del Next Generation EU in base al principio di proporzionalità e sussidiarietà. 

La Raccomandazione ha previsto,  inoltre, che il programma fosse diviso in due fasi: una prima “fase pilota” negli anni 2020-2022 ed una seconda, dal 2021 al 2023, che prevede l’elaborazione e la presentazione, per ogni Stato membro, di un Piano d’azione Nazionale per l’attuazione della Raccomandazione fino al 2030, in linea con quanto previsto dall’Agenda ONU.

Il Rapporto di Save The Children – la situazione in Europa

Save the Children ha preso ad esame 14 paesi dell’Unione Europea, analizzando il tasso di povertà infantile, il suo andamento e le misure adottate per l’attuazione della Raccomandazione.

Fattori quali l’aumento del costo della vita, la crisi climatica e le conseguenze del periodo pandemico hanno concorso ad aumentare il tasso di bambine, bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale anche in Europa. Si stima che nel 2021 1 bambino su 4 risultava a rischio di povertà, per un totale di circa 19,6 milioni in tutto il territorio dell’Unione. 

Nel 2021 la media UE si attesta sul 24%; gli Stati con la percentuale più contenuta risultano essere l’Islanda (13,1%) e Finlandia (13,2%). Gli Stati con le situazioni più a rischio sono la Romania (41,5%), la Spagna (33,4%), la Bulgaria (33%), la Grecia (32%) e l’Italia (29,7%).  con un dato che è aumentato dal 2019 di 2,2 punti percentuale (dal 27,1% al 29,7%). 

Il Rapporto di Save The Children – la situazione in Italia

L’Italia si colloca, quindi, al quinto posto nei paesi con la situazione più sfavorevole per bambine e bambini, con un tasso che è aumentato di 2,6 punti percentuali in due anni (dal 27,1% del 2019 al 29,7% del 2021).

Nel nostro paese, 1 bambino su 20 è colpito da povertà alimentare, con appena 1 bambino su 2 nella scuola primaria che riesce ad accedere alla mensa scolastica; aumenta anche il numero di bambine e bambini in sovrappeso oppure obesi, la cui percentuale si attesta al 34,5% nel biennio 2020-2021, anche a causa della poca attività sportiva (1 minore su 4 nella fascia di età 3-17 anni non pratica mai sport). Anche il settore dell’istruzione, che ricopre un ruolo primario nel contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, registra dati preoccupanti: riesce ad accedere al nido pubblico o convenzionato solo il 13,7% dei minori, con il tempo pieno garantito solo nel 38,1% dei casi. Il 12,7% degli adolescenti sono colpiti dalla dispersione scolastica e cosa nota ormai da tempo, l’Italia detiene il record negativo in Europa per numero di NEET (23,1%), di oltre 10 punti percentuali superiore alla media dell’Unione. 

Il 55,7% dei minori costretti a vivere in situazioni abitative difficili ne risente dal punto di vista della salute e del benessere psico-fisico, mentre nel 2021 le famiglie con minori colpite da povertà energetica rappresentano il 9,3% del totale.

Nel 2020 l’Italia è stata inserita nei Paesi target interessati dall’avvio della sperimentazione pilota della Child Guarantee; nel dicembre dello stesso anno è stato istituito un gruppo di lavoro interministeriale composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Dipartimento politiche per la famiglia, Unicef e referenti dell’assistenza tecnica al Ministero e al Dipartimento svolta dall’Istituto degli Innocenti.

Nel corso della fase pilota sono state realizzate diverse azioni specifiche, ed in collaborazione con Unicef un’attività di analisi trasversale sulle aree programmatiche e gruppi vulnerabili indicati dalla Raccomandazione, i cui risultati sono stati molto utili nella redazione del Piano d’Attuazione Nazionale della Garanzia Infanzia (PANGI), che ha raggiunto la sua versione definitiva nel settembre 2022.

Le due questioni fondamentali su cui si focalizza il PANGI sono da un lato capire come coniugare l’universalità dei diritti dei minori con l’azione specifica rivolta ad alcuni di essi e, dall’altra, come riorganizzare i diversi sistemi (amministrativo, sociale, sanitario, scolastico) per migliorare la Governance a tutti i livelli e promuovere l’intersettorialità e l’interprofessionalità. 

Nel settembre 2022 è stata messa appunto la versione definitiva del PANGI ed attualmente sono in corso processi finalizzati a concretizzare e realizzare pienamente le azioni individuate.

Un’opportunità per le bambine ed i bambini più vulnerabili

La Raccomandazione che istituisce una garanzia per l’infanzia sottolinea come, per contrastare la povertà e l’esclusione sociale di bambine e bambini, siano indispensabili un approccio integrato, che ponga la persona al centro, ed il ruolo fondamentale della cooperazione e del coordinamento tra i servizi a vari livelli a fini correttivi, ma anche preventivi del fenomeno. 

Dato il carattere emergenziale della situazione, che come visto risulta in crescita anche in una regione del mondo ricca come l’Europa, gli Stati membri, compresa l’Italia, devono cogliere al meglio il contenuto della Raccomandazione ed adoperarsi affinché i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea siano tradotti in azioni concrete ed efficaci che pongano fine al dilagare di questo fenomeno, garantendo oggi il futuro degli adulti di domani.

Priscilla Binda

Articoli Correlati