Milano, ospedali a tutta insicurezza
23.02.2023
Nessun controllo, nessuna sicurezza. Negli ospedali milanesi i guai si nascondono sottoterra. Già perché spesso proprio nei sotterranei si rivela tutta la carenza delle strutture ospedaliere che rischiano di diventare una terra di nessuno. Chiunque può entrare uscire, trovare rifugio, ma ogni giorno a qualsiasi orario centinaia di operatrici e operatori delle pulizie usano quei sotterranei per lavorare, cambiarsi, transitare da differenti aree.
In un grande ospedale possono anche lavorare 500 persone tra pulizie e manutenzione. E in particolare le addette alle pulizie nel 70% dei casi non superano neanche i 700 euro di stipendio al mese straordinari compresi, riuscendo a ottenere poche ore di lavoro frazionate nell’arco delle 24 ore. Lavoratrici considerate poco o niente anche per la loro sicurezza. L’estate scorsa la Regione Lombardia aveva parlato di nuovi stanziamenti per l’incolumità di chi opera negli ospedali ma citando il solo il personale medico. E infatti nulla è cambiato per le lavoratrici delle pulizie, di fatto discriminate tutti i giorni.
Perché i telefoni interni sono cosi importanti? Semplice, se una lavoratrice nei sotterranei dovesse sentirsi male o essere aggredita usando il proprio cellulare per chiamare la sicurezza rischierebbe di essere messa in attesa, perché verrebbe vista come telefonata esterna.
Intanto anche la catena delle responsabilità sulla sicurezza personale delle lavoratrici dovrebbe essere ampia per impedire scaricabarile. Ma l’argomento sembra inascoltato.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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