Omicidio del sindacalista Mico Geraci: la UIL Sicilia si costituisce parte civile nel processo
19.11.2024
La UIL Sicilia si è costituita parte civile nel processo per l’omicidio del sindacalista Mico Geraci, ucciso dalla mafia a Caccamo l’8 ottobre del 1998.
Il sindacalista Mico Geraci aveva deciso di sfidare Cosa nostra che, nella sua Caccamo, avrebbe voluto fare loschi affari impunemente. Per questo la sera dell’8 ottobre 1998 venne assassinato davanti alla sua casa, in piazza Zafferana, con 6 cartucce calibro 12 sparate da una sola arma, un fucile semiautomatico o a pompa.
Aveva appena suonato il campanello e la moglie e il figlio Giovanni sentirono gli spari, vedendo, anche se male, i killer.
Giovanni Geraci si scagliò contro uno di loro lanciandogli una pianta e riuscì pure a notare una Fiat “Uno2 grigia. La macchina fu ritrovata qualche giorno dopo a una decina di chilometri di distanza dal luogo dell’omicidio.
A 26 anni da quel delitto, il sostituto procuratore Giovanni Antoci ha chiesto al g.u.p. Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei mandanti: i fratelli Pietro e Salvatore Rinella, a capo della cosca di Trabia. A coordinare l’inchiesta, oltre ad Antoci, sono stati il procuratore aggiunto Marzia Sabella e un altro sostituto, Bruno Brucoli. I due imputati erano stati arrestati il 6 marzo scorso. Durante l’udienza preliminare si sono costituti parte civile la UIL, con l’assistenza dell’avvocato Ettore Barcellona, ma anche il Comune di Caccamo, il Centro Pio La Torre, la Regione, nonché la moglie e i figli del sindacalista assassinato dalla mafia.
“Lo scorso anno, nel venticinquesimo della morte, avevamo ricordato Mico Geraci ancora una volta assieme ai suoi familiari e a Pierpaolo Bombardieri e Carmelo Barbagallo – afferma la segretaria generale della UIL Sicilia Luisella Lionti –. Avevamo chiesto verità e giustizia. Oggi, anche con la nostra presenza in udienza, vogliamo esprimere gratitudine a magistratura e forze dell’ordine per aver voluto riaffermare i valori della legalità e il primato dello Stato sull’antistato”.
Per la UIL rimangono primari i temi della legalità, della giustizia e della lotta alle mafie. Non a caso, quest’anno in Calabri, la nostra Organizzazione ha tenuto a battesimo l’esperienza dell’Alta Scuola di Formazione Antimafia. Il corso, organizzato insieme all’Associazione #Noi, è rivolto ai quadri e dirigenti sindacali locali di tutto il Paese.
È fondamentale non abbassare mai la guardia: tenere vive le coscienze e fare tutto il possibile affinché il fenomeno mafioso sparisca da tutto il territorio nazionale. Come giustamente sottolineato dal nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri, esiste nel nostro Paese “una illegalità diffusa, che per noi deve diventare una questione culturale e che è uno dei temi su cui sfidiamo il Governo ad agire in modo più deciso”.
La storia sta lì, insieme ai tanti tributi di sangue pagati, a testimonia come il Sindacato non abbia mai indietreggiato nella lotta contro le mafie. Un impegno che intende proseguire senza indugi e tentennamenti, anche per onorare la memoria di persone coraggiose come Mico Geraci.
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