Manager della sostenibilità, una nuova figura per il lavoro del Terzo Millennio
27.04.2022
Quella del manager della sostenibilità è una tra le tantissime professioni che stanno esplodendo a causa delle trasformazioni – inevitabili – del tessuto socio-economico. Sia a livello digitale, sia per quanto riguarda la diversa attenzione all’ecosistema inteso come ambiente di vita.
Il tema della sostenibilità, soprattutto in un’ottica di transizione ecologica e digitale, è all’avanguardia. Tutte le aziende e i mercati si stanno orientando verso un nuovo concetto di lavoro, globalmente inteso, in equilibrio con l’ambiente circostante.
Il manager della sostenibilità (o sustainability manager) sta diventando una figura ricercatissima e di grande rilevanza. La domanda per questo tipo di profilo sta aumentando vertiginosamente.
Cosa vuol dire sostenibilità?
Non solo ambiente. Il tema della sostenibilità è molto più esteso di quanto si possa immediatamente percepire. La sostenibilità ricercata dalle aziende nella produzione di prodotti, beni e servizi è orientata a riequilibrare i legami con l’intero ecosistema: ambiente, società, economia.
In questo senso, è diventato importante avviare un processo di cambiamento che tenga conto delle modalità di sfruttamento delle risorse economiche, umane, tecnologiche e finanche legislative e istituzionali. Questo con l’obiettivo di coordinare produttività e bisogni delle persone. La sostenibilità, insomma, oggi, è un concetto universale e trasversale che tenta di realizzare una nuova idea di produzione, commercio, relazioni umane che tende al futuro. L’idea, insomma, è quella di avviare un percorso “sostenibile” nel lungo periodo, in grado di migliorarsi nel tempo, senza arrecare danni.
La nozione stessa di “sviluppo sostenibile”, usata per la prima volta nel 1987 dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, indica la finalità dello “sviluppo volto soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni.”
Chi è il manager dello sviluppo sostenibile?
Rientra tra le figure del mondo cosiddetto della “green economy”. Una definizione che richiama il concetto di sostenibilità: un approccio economico in grado di produrre e garantire benessere collettivo ed equità sociale, nel rispetto dell’ambiente.
Il manager dello sviluppo sostenibile è un profilo altamente specializzato che ha come obiettivo quello di migliorare processi, modelli e comportamenti aziendali con attenzione alla tutela dell’ambiente. Questa figura opera nella strategia aziendale di programmazione delle attività, analizzando risorse materiali, processi di produzione, modelli di prevenzione.
Nel dettaglio il sustainability manager:
- identifica le strategie aziendali e gestisce tutti gli aspetti legati ai consumi, alle emissioni, ai rifiuti proponendo soluzioni “green (riduzione dell’impatto ambientale);
- analizza gli standard di qualità legati alla sicurezza dei prodotti;
- si occupa di pari opportunità e salute e sicurezza sul lavoro;
- analizza le offerte dei fornitori;
- sostiene la comunicazione dell’identità aziendale e la formazione interna diffondendo i concetti di sostenibilità;
- si occupa di verificare il pieno rispetto delle normative ambientali nei percorsi di produzione;
- redige piani e bilanci di sostenibilità.
Può operare sia nel pubblico, sia nel privato.
Come si diventa manager della sostenibilità?
L’accesso alla professione non prevede iscrizioni ad albi o attestazioni. Di solito è richiesta la laurea specialistica in discipline economiche o tecniche (economia, statistica, giurisprudenza, ingegneria del territorio o affini, scienze ambientali).
È spesso richiesta un’elevata conoscenza dell’inglese e/o di un’altra lingua straniera.
Importanti sono anche le soft skills. Sono richieste spesso capacità organizzative, di problem solving, leadership, analitiche e buone competenze relazionali e di comunicazione.
Quanto guadagna un manager della sostenibilità?
La retribuzione lorda per un manager della sostenibilità, in Italia, oscilla tra i 50 e gli 80 mila euro annui.
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