L’ONU lancia l’allarme: 828 milioni di persone soffrono la fame nel mondo

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07.07.2022

Sono allarmanti i dati presenti nel rapporto delle Nazioni Unite 2022, diffusi nella giornata di mercoledì 6 luglio a New York. Nel 2021 il numero di persone che soffre la fame su scala mondiale è salito a 828 milioni. Parliamo di 46 milioni in più rispetto al 2020. L’ONU lancia l’allarme.

I DATI DEL RAPPORTO: A RISCHIO MILIONI DI BAMBINI IN TUTTO IL MONDO

Il rapporto “Lo stato di sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” evidenzia una situazione critica che vede allontanarsi sempre più l’obiettivo di sconfiggere la fame entro il 2030. Anzi, si stima che entro quella data il numero di persone che soffrirà la fame sarà di 670 milioni, pari all’8% della popolazione mondiale.

Attualmente, come rilevato dall’indagine, è il 9,8% della popolazione mondiale a vivere in una situazione di totale povertà. Nel 2019, il racconto, seppur sconfortante, vedeva una percentuale più bassa: l’8%. Il che denota quanto la crisi pandemica abbia inciso in tal senso.

Il Covid ha portato, nel 2021, circa 2,3 miliardi di persone (ossia, il 29,3%) in tutto il mondo in una grave situazione di insicurezza alimentare moderata o grave: 350 milioni in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia.

Inoltre, nello stesso anno, il 31,9% delle donne era moderatamente o gravemente a rischio fame, contro il 27,6% degli uomini. Ma un dato significativo che rattrista riguarda i bambini: 45 milioni, di età inferiore a cinque anni, hanno sofferto di deperimento, una forma di malnutrizione che aumenta esponenzialmente il rischio di morte. Bisogna considerare anche che 149 milioni di bambini sotto i cinque anni sono andati incontro a un ritardo della crescita e dello sviluppo. Situazioni acuite dalla carenza di elementi essenziali nella loro nutrizione.

LA RIFLESSIONE DELL’ONU

Con i dati alla mano, le agenzie ONU hanno espresso la seguente riflessione: “La guerra in corso in Ucraina, che coinvolge due dei maggiori produttori mondiali di cereali di base, semi oleaginosi e fertilizzanti, sta mettendo in difficoltà le catene di approvvigionamento internazionali e facendo salire i prezzi di cereali, fertilizzanti, energia e altresì degli alimenti terapeutici pronti all’uso per bambini affetti da grave malnutrizione. Tutto ciò avviene mentre le catene di approvvigionamento risentono già di eventi climatici estremi sempre più frequenti, specialmente nei paesi a basso reddito, con conseguenze potenzialmente nefaste per la nutrizione e la sicurezza alimentare mondiali”.

Dunque, come facilmente intuibile, a rendere una situazione già precaria quasi del tutto compromessa è anche il perpetuarsi del conflitto in Ucraina. Anche nel nostro Paese gli effetti della guerra sono tangibili, così come quelli generati dalla pandemia che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Complessivamente saranno le azioni che i governi del mondo adotteranno a determinare una possibile ripresa, ma dovranno essere azioni mirate, concrete e soprattutto celeri.

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