L’integrazione sociale e lavorativa dei sordi

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23.09.2023

Nella giornata internazionale della lingua dei segni vogliamo ricordare che anche il nostro Paese con la conversione in legge del Dl 41 del 22/3/2021 cd. “sostegni”, ha riconosciuto ufficialmente la LIS.

Un atto di civiltà e uguaglianza che garantisce l’accessibilità e la comunicabilità, un primo grande passo per un percorso ancora tutto da costruire volto a consentire una maggiore inclusività delle persone sorde.

La lingua dei segni è fondamentale per l’abbattimento delle barriere della comunicazione e la piena inclusione delle persone sorde e per garantire tutti i diritti di cittadinanza, perché ricordiamo, che nonostante i progressi in ambito scientifico-tecnologico e una maggiore sensibilità delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, tante sono le difficoltà che le persone sorde, ancora oggi, affrontano quotidianamente.

Una disabilità poco conosciuta e sottovalutata

La sordità rimane, infatti, una disabilità poco conosciuta e sottovalutata nella sua gravità e nelle conseguenze che può avere sulle relazioni sociali, l’educazione, l’accesso alla comunicazione e all’informazione. I passi necessari da fare saranno di fondamentale importanza, come tutti gli strumenti comunicativi indispensabili per l’educazione, la crescita e l’autonomia individuale, favorendo un approccio bilingue nell’educazione del bambino sordo, che comprenda sia la lingua parlata/scritta, sia la lingua dei Segni. Una migliore qualità della vita verrà garantita solo con il rispetto dei diritti fondamentali della persona, ovvero costruendo una scuola accessibile e a misura di bambino sordo.

C’è la necessità di un’ampia diffusione dell’apprendimento della lingua dei segni, implementando anche i servizi di sottotitolazione in TV, per abbattere definitivamente le barriere della comunicazione e progettare una società più inclusiva dal punto di vista comunicativo favorendo, oltre la partecipazione alle persone sorde, anche la loro integrazione lavorativa e la piena accessibilità ai servizi e alle risorse.

Sordità e diritto al lavoro

Per quanto riguarda il diritto al lavoro, a più di venti anni dalla legge 68/99, una norma fortemente ispirata da una visione inclusiva che stenta, ancora, a raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Dopo tutto questo tempo, infatti, le condizioni di vita delle persone con disabilità non sono migliorate in termini occupazionali – la quota totale di sordi avviati al lavoro è scesa nel tempo fino a toccare percentuali irrisorie – e l’esclusione dal mondo del lavoro resta una delle principali cause di svantaggio e di marginalità.

Una dimensione realmente inclusiva

Occorre pertanto, rimuovere gli ostacoli che non consentono pari accesso all’istruzione tradizionale, alla formazione e alle opportunità di lavoro, compreso il lavoro autonomo e l’imprenditorialità.

Inoltre, è di fondamentale importanza lo screening neonatale per individuare e certificare eventuali sordità in maniera da intervenire tempestivamente anche con l’aiuto di protesi.

È necessario il contributo di tutte e tutti per promuovere il prezioso approccio multi e interdisciplinare, fondamentale, per lo sviluppo di una dimensione realmente inclusiva e per garantire finalmente il pieno diritto al lavoro delle persone sorde, la loro autonomia, autodeterminazione e realizzazione. 

Servizio Politiche sociali di cittadinanza e del welfare UIL

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