Le ombre delle crisi sul DEF. Giovedì l’incontro con i sindacati.

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Potrebbe essere varato già domani il DEF – documento di economia e finanza – con la riunione del Consiglio dei Ministri. Un giorno di anticipo su quanto annunciato che, però, segnala la grande pressione del contesto socio-economico attuale.

Solo poche settimane fa, si parlava di una ripresa certa, a vele spiegate dopo la crisi dovuta alla pandemia. Ora, il conflitto in Ucraina ha stravolto le carte in tavola.
Inflazione, rischio di stagnazione e l’ombra scura della crisi energetica, oggetto di intenso lavoro da parte delle diplomazie e dell’Unione Europea rischiano di mangiare enormi fette di crescita del Pil. La situazione, insomma, non è delle più rosee.
A queste emergenze, si aggiungono le urgenze che il Paese affronta, ormai sempre più affannosamente, da anni, esacerbate dalla crisi sanitaria: forte precariato, disuguaglianze sociali sempre più marcate, crisi industriali.

In questo quadro si colloca il confronto di giovedì 7 aprile tra Draghi e i sindacati. Le attese sono tante, i temi sul tavolo, anche.
All’ordine del giorno, le misure che il governo ha in cantiere per sostenere le imprese e le famiglie contro il caro prezzi, per contrastare la crisi energetica, per evitare che le stime di crescita del Pil si riducano drasticamente a causa del difficilissimo contesto internazionale.

Al momento, la crescita prevista del Pil per il 2022 sarà sotto il 3% contro il 4,7% previsto solo pochi mesi fa. Tanti sono però i campanelli d’allarme che provengono da più fronti, su un’eventuale contrazione – ancora più marcata – della tabella di marcia.
Il timore dei sindacati è che tutti i temi “caldi” pre-conflitto vengano spazzati via dall’emergenza, incidendo ancora di più sulle conseguenze già forti che la società sta affrontando. Negli ultimi giorni, il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha acceso i riflettori sulle urgenze del mondo del lavoro: “i contratti di lavoro sono per l’80% precari – ha sottolineato – bisogna dare risposte a chi è rimasto indietro. ”

Dal lavoro precario, al fisco, all’inflazione ormai al 7%, al costo dell’energia, i temi da discutere, dicevamo, sono tanti. Senza contare il clima di tensione e timore che sta alimentando insicurezze, con gravi conseguenze anche dal punto di vista economico.
Serve meno propaganda, quindi. E più fatti concreti.

E i fatti concreti sono sgravi fiscali, investimenti in infrastrutture, il rinnovo dei contratti, la riforma delle pensioni. Misure che sostengono il lavoro e i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori pesantemente messi alla prova dalla corsa dell’inflazione.

Il punto è che il Def verrà varato probabilmente domani. Un giorno prima dell’incontro con le parti sociali. E forse è troppo tardi per scongiurare il rischio di un incontro meramente illustrativo.

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