Le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo hanno diritto a un welfare che li tuteli
19.02.2025
Per i lavoratori dello spettacolo nel corso degli ultimi anni si sono registrati più interventi legislativi per garantire alle lavoratrici e lavoratori un sistema welfare adeguato alle peculiarità del comparto.
Un intervento importante è stato realizzato per riconoscere tutele assistenziali e previdenziali, garantite costituzionalmente, a lavorator* con rapporti di lavoro strutturalmente discontinui. Intervento estremamente necessario dopo il periodo critico che ha interessato tutto il settore a causa della pandemia da COVID19, con la chiusura prolungata dei teatri e delle sale cinematografiche, per riconoscere ai lavorator* iscritti al Fondo Pensioni dei Lavoratori dello spettacolo (FPLS), comprese le nuove figure professionali e gli attori, riconosciuti attraverso la nascita del Registro delle attrici e attori italiani (RAAI), migliori condizioni di equità e dignità sociale, per un riconoscimento pieno delle varie professionalità e, non da ultimo, favorire l’emersione dal lavoro nero.
Sostegno alla genitorialità
Gli interventi hanno riguardato il sostegno alla genitorialità, modificando il sistema di calcolo delle indennità, parametrando l’aumento giornaliero al reddito percepito nei 12 mesi precedenti al periodo da coprire. L’indennità di malattia prevista con 40 contributi giornalieri anziché 100.
Per la maturazione dell’annualità contributiva, per i lavorator* del gruppo A (lavorator* che prestino a tempo determinato attività artistica o tecnica, connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli), sono necessari 90 contributi, non più 120. Per gli attor*, professione caratterizzata ancor più da discontinuità lavorativa, si prevede, per ogni giornata contributiva maturata, l’accreditamento di una giornata ulteriore, fino al raggiungimento dei 90 contributi annui richiesti.
L’assicurazione dei Lavorator* Autonomi dello Spettacolo per la disoccupazione involontaria
Dal 1° gennaio 2023, viene introdotta infine l’ALAS, l’assicurazione dei Lavorator* Autonomi dello Spettacolo per la disoccupazione involontaria, prevedendo un requisito di 15 giornate di contribuzione ed un reddito non superiore a 35 ml € nell’anno precedente alla richiesta.
In sostanza, si era costruito un sistema di Welfare rispondente alle richieste avanzate dalle OO.SS. di categoria e alle proposte delle diverse associazioni professionali, in primis da parte di UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) per gli interpreti, in grado di garantire ad un settore che conta circa 370 ml addetti, tutele assistenziali e previdenziali, al pari di tutte le altre categorie.
I provvedimenti legislativi attuati nel corso degli ultimi 2 anni hanno ridisegnato il quadro generale di Welfare, introducendo norme di fatto peggiorative rispetto alle precedenti, partendo dall’abolizione dell’ALA, sostituita dalla NASPI che non tiene conto delle specificità del settore.
Il 2024 è stato un anno estremamente difficile per la produzione cine-audiovisiva per il ritardo, da parte del MIC, nell’emanazione del Decreto Tax Credit Cinema. Doveva essere licenziato a dicembre 2023, è stato invece pubblicato a luglio 2024. Il ritardo prima e le nuove norme hanno, di fatto, bloccato la produzione, con un calo del 70-75% rispetto al 2023, creando gravi difficoltà alle piccole-medie imprese, con migliaia di lavorator* fermi.
I decreti correttivi, annunciati dal Ministro Giuli, tardano ad essere emanati, determinando ancora un sostanziale blocco delle attività anche per i primi mesi del 2025. Questa situazione ha generato una forte contrazione delle giornate contributive versate che, oltre a pregiudicare la copertura dell’annualità, impedirà il raggiungimento dei requisiti per la NASPI.
Per migliaia di lavorator*, Generici, Interpret*, stuntmen, maestranze Troupe si profila un 2025 estremamente critico. Anche la normativa prevista dai CCNL sottoscritti negli ultimi mesi, che prevede l’accredito di contributi previdenziali aggiuntivi alle prestazioni effettive, risulta inefficace per la mancanza di giornate minime lavorate.
L’Indennità di discontinuità (IDIS)
A partire dal 1° gennaio 2024, con il D.Lgs 175/23 viene introdotta l’Indennità di discontinuità (IDIS), per il sostegno al reddito per i periodi non contrattualizzati. Periodi necessari per lo studio, la ricerca, la sperimentazione, la preparazione dell’attività vera e propria, di sostegno alla professione, al lavoro artistico.
Con la riduzione delle risorse destinate all’indennità di discontinuità, previste dalla Legge di Bilancio 2025, con la forte contrazione del lavoro registrato nel 2024 (75%), il raggiungimento dei requisiti per l’accesso all’IDS sarà precluso a moltissimi professionisti, come per la NASPI. Le 60 saranno difficilmente raggiungibili. Chi invece avrà avuto modo di arrivare a tale soglia, potrebbe aver superato i 25 ml € di reddito. Figure professionali importanti quali direttori della fotografia, costumisti, interpreti principali di film e fiction, attori teatrali impegnati in tournée, montatori, potrebbero facilmente trovarsi in questa situazione.
Chi rimarrà fortemente penalizzato sarà la grande massa degli artisti-creativi che compongono la categoria.
Come strumenti di intervento, per garantire risorse adeguate, UNITA sostiene “il fondo FPLS/FPSP genera ogni anno un utile di bilancio di oltre 300 milioni, con un tesoretto pregresso accumulato che si avvicina ai 6 miliardi. Questo residuo economico sarebbe di per sé sufficiente a mettere in sicurezza un sistema di Welfare degno di tale nome e potrebbe anche coprire gran parte di quelle che un tempo erano chiamate “contribuzioni minori”, ovvero la maternità, la malattia, l’invalidità, o tutte le casistiche simili”.
Per un giusto sostegno ai lavoratori dello spettacolo
Sempre UNITA, afferma che “un altro importantissimo sostegno alla costituzione di un Welfare strutturale adeguato potrebbe arrivare dai compensi provenienti dai diritti di immagine, copyright, diritti connessi e di copia privata che, se adeguatamente sottoposti ad una trasparente
specchiata dichiarazione dei dati da parte degli utilizzatori che ne sfruttano i ricavi, nonché ad un adeguamento delle tariffe in base alle vigenti norme europee che obbligano gli stessi utilizzatori al riconoscimento di un compenso equo, andrebbe a costituire una delle colonne portanti per il giusto sostegno ai lavoratori dello spettacolo”.
Questa situazione l’abbiamo rappresentata nell’incontro con il Ministero del Lavoro ed il Ministero della Cultura il 18 dicembre.
Abbiamo, insieme alla nostra delegazione di Interpreti, associati in UNITA, elencato le criticità dell’attuale normativa e le gravi difficoltà che stanno vivendo i lavorator* dello Spettacolo.
Insieme a loro insisteremo a richiedere la copertura dell’annualità contributiva per il 2024, per garantire l’accesso alla NASPI e alla ISDI. Continueremo nella nostra azione, perché siano attuati interventi a tutela di un intero Settore, l’industria cine e audiovisiva, che contribuisce alla crescita economica e culturale del Paese.
Ufficio Comunicazione UILCOM
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