Lavoratori del legno in sciopero al Salone del mobile

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20.03.2023

Quest’anno il Salone del Mobile, Fiera Internazionale del settore Legno Arredo, sarà probabilmente ricordato non solo per l’innovazione delle sue proposte, ma anche e soprattutto per la protesta dei lavoratori del settore che hanno scelto di scioperare il 21 aprile per il mancato rinnovo del contratto.

Data appunto non casuale, ma che coincide volutamente con uno dei giorni dell’evento mondiale di Milano che racconta tanto del design, ma nulla di chi sta dietro e di chi costruisce e crea quei mobili. Per questo i sindacati hanno ben pensato di riportare l’attenzione sulla condizione attuale di chi lavora nel settore. Uno dei più importanti del Made in Italy e che da sempre porta in alto il nome del nostro paese.

I circa 200mila lavoratori sono in stato agitazione dal 22 febbraio, giorno in cui le trattative per il rinnovo del contratto sono state interrotte a causa delle enormi distanze sui temi del salario. FenealUil Filca Cisl e Fillea Cgil non ci stanno! Soprattutto perché il settore continua a crescere e a realizzare fatturati da capogiro. Tutto questo anche grazie alle lavoratrici e ai lavoratori che aspettano dal 31 dicembre 2022 il rinnovo del loro contratto nazionale.

Intanto, oltre al blocco degli straordinari e della flessibilità, sono in corso le assemblee in tutti i luoghi di lavoro per spiegare le motivazioni dello sciopero 

In un momento così difficile per l’economia, con l’inflazione a livelli record ed il carrello della spesa che continua a salire, le imprese, rappresentate da Federlegno, vorrebbero bloccare il rinnovo contrattuale per un anno negando di fatto aumenti retributivi che consentirebbero di tutelare il potere di acquisto e combattere l’incremento delle bollette e dei prezzi che sta mettendo in seria difficoltà milioni di famiglie. Inoltre, la controparte non vuole riconfermare il modello contrattuale che lei stessa ha firmato nel 2016 e senza il quale ogni lavoratore perderebbe in media circa 130 euro al mese.

Tra le richieste, oltre agli aumenti retributivi, meno ore di lavoro a pari retribuzione e maggiore formazione.

Ufficio Comunicazione FenealUil

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