Lavorare tutti, lavorare meno. Nella Motor Valley bolognese è già realtà

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09.03.2023

Mario, nome di fantasia, lavora in Toyota e grazie a un accordo stipulato dalla sua azienda con i sindacati metalmeccanici lavora 7 ore che vengono pagate come 8. Mario oggi riesce ad andare a prendere sua figlia a scuola, finalmente, o ad accompagnarla a ginnastica. A volte ne approfitta per andare in palestra prima, così da tornare a casa in tempo per passare un’ora in più con la sua famiglia.  Questo è l’inizio di un percorso che rimette al centro del lavoro la persona, che punta sulla crescita sì ma che sia sostenuta dal benessere dei lavoratori. Non è detto che non si possa fare, anzi.

Nella cosiddetta Motor Valley bolognese, Toyota, Ducati e Lamborghini fanno da apripista alla sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, un tema che ricorre sempre più spesso nelle pagine dei giornali e che la stessa Uilm Nazionale ha lanciato più volte, già a partire dal Congresso nazionale del 2018. Lavorare meno per lavorare tutti, quante volte lo abbiamo sentito dire? Qualche anno fa è purtroppo rimasto un semplice slogan, ma oggi che diventa sempre più ricorrente inizia finalmente a prendere forma e viene considerato da molti uno dei possibili strumenti da introdurre per affrontare la transizione ecologica e digitale.

Per tornare a Toyota, la multinazionale giapponese nei due stabilimenti di Borgo Panigale e Crespellano, ha 750 addetti che producono carrelli elevatori elettrici. La paga è quella delle 8 ore, ma gli addetti alla produzione lavorano 7 ore. E non mancano formule “alla bolognese”, ovvero part-time di emergenza che è possibile richiedere per un mese. Il sistema funziona, a detta di molti, anche del responsabile delle risorse umane. La conciliazione vita-lavoro genera, infatti, un effetto benefico sulla produzione e le performance migliorano.

La Toyota bolognese è in crescita e fa registrare incrementi del 30% di ordini con 130 nuove assunzioni nell’ultimo anno.

Lo stesso vale per Ducati dove gli operai che assemblano le moto lavorano 7 ore, ma vengono pagati per 8, e nel reparto macchine utensili, dove il ciclo è continuo, la media settimanale è di 32 ore invece di 40. Idem in Lamborghini dove la notte si scende a 6 ore.

Esempi importanti che dimostrano come questa sia già una realtà in alcune aziende “illuminate”. Secondo la Uilm Nazionale questo può essere uno degli strumenti utili a gestire, governare e vincere la sfida verso l’elettrico. Ma come ha ribadito lo stesso Segretario Uil, PierPaolo Bombardieri, ogni azienda è diversa ed è per questo che non si può lasciare alla politica una scelta così complessa. Il compito spetta alla contrattazione collettiva nazionale e a quella di secondo livello. Occorre far capire a tutti che accanto al tema della transizione ecologica c’è quello della transizione sociale che non è più possibile ignorare. La strada è tracciata, forse sarà in salita, ma noi certo non ci tireremo indietro.

Ufficio Comunicazione UILM

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