La storia di Giuseppe Di Maggio, rider Deliveroo a Milano. Una storia di impegno sindacale e libertà

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15.02.2023

Il risultato ottenuto lo scorso 9 febbraio in tribunale segna ancora un passo decisivo verso la conquista di diritti e tutele per i lavoratori delle consegne a domicilio in Italia.

Avere riconosciuto dal giudice della Corte di Appello milanese l’applicazione dei diritti della subordinazione è un risultato che può sembrare scontato oggi. Guardando indietro e a quando tutto è iniziato per Giuseppe, la nostra opinione potrebbe cambiare.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo all’inizio.

Anno 2018, Giuseppe si iscrive alla Uiltucs e subito organizza col sindacato e un gruppo di rider il primo presidio di un’organizzazione sindacale sotto la sede di una delle principali piattaforme digitali in Italia, la britannica Deliveroo.

Dopo vari tentativi di dialogo con i responsabili delle relazioni industriali di Deliveroo, la strada sembrava ormai tracciata: per avere riconosciuti i propri diritti, Giuseppe doveva impugnare il contratto davanti a un giudice. Così fa e il 18 marzo 2019 viene presentato il ricorso al Tribunale di Milano.

Intanto, iniziano le prime manifestazioni organizzate in varie città di Italia insieme ad altre organizzazioni sindacali e movimenti spontanei di rider. Giuseppe è sempre in prima linea nella sua città e con il suo sindacato, il “laboratorio” della gig economy in Italia.

Dopo 3 anni, tra cambio di giudice, pandemia e rinvii vari, il 20 aprile 2022 arriva la sentenza di primo grado: riconoscimento della subordinazione con l’inquadramento al sesto livello del contratto collettivo nazionale del terziario come fattorino.

Ma la sfida con Deliveroo va avanti. 

L’azienda impugna la sentenza e arriviamo al nuovo giudizio di secondo grado: il 9 febbraio, infatti, il giudice della Corte di Appello di Milano definisce il rapporto di lavoro come una collaborazione ai sensi dell’articolo 2 del Jobs Act e l’applicazione della disciplina di un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno di 40 ore settimanali, con inquadramento nel sesto livello del Ccnl Commercio, per 14 mensilità.

Se da un lato con molta probabilità la sfida in tribunale tra Giuseppe e Deliveroo andrà avanti fino in fondo, dall’altro il viaggio per riconoscere i diritti a una categoria, diventata simbolo della lotta alla precarietà, continuerà con lo stesso impegno sindacale e desiderio di libertà che ha segnato la storia di Giuseppe e della Uil del terziario in questi anni.

Ufficio Comunicazione Uiltucs

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