La storia di Afana: dal Camerun all’Italia, tre lauree e un 110 e lode

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27.04.2022

Afana Bella Dieudonne è originario del Camerun e ha 27 anni.

Un ragazzo come tanti che ha una storia da raccontare. Una storia fatta di ingiustizie e successi, una di quelle che vale davvero la pena ascoltare. Una storia arrivata all’attenzione dei media grazie a un post pubblicato sui social dallo stesso Afana. “110 e Lode… 3 volte dottore in Italia ma di questo non parleranno i media. Se invece un immigrato sbaglia c’è il mainstream”, si legge nella didascalia che accompagna lo scatto social dove sono ritratti Afana e il suo bambino che indossa una corona di alloro. Una provocazione, sì, che ha permesso però di portare il suo percorso, il suo messaggio a rimbalzare da un post all’altro, da un giornale all’altro.

Arrivato in Italia nel 2014, Capitan Dido – il nickname scelto per la sua pagina Instagram – ha saputo in poco tempo conquistare titoli accademici, Bari – la città in cui vive – e un ruolo rilevante nell’ambito dell’impegno civile, sociale e politico. Tutto questo senza dimenticare la terra da cui proviene e a cui spera di poter dare il proprio contributo.

Il percorso di Afana

Dopo aver conseguito la laurea triennale in Comunicazione linguistica e Interculturale all’università di Bari e un master in Risorse umane e organizzazione all’Università Cattolica di Milano, ha agguantato anche il terzo titolo: una laurea magistrale in Relazioni Internazionali e Studi Europei. Afana è attualmente amministratore delegato della Società Cooperativa Terra Nostra, ma sembra che il suo impegno e la sua volontà non conoscano confini. Ha dichiarato di voler diventare un docente e che presto proverà a conseguire anche un dottorato, appunto.

Si dice spesso che la forza d’animo sia il risultato di un percorso complesso, di quelli che lasciano cicatrici profonde. Il punto è che saper mettere a frutto la propria forza, senza necessariamente conoscerne la provenienza, è un talento. Afana è un ex rifugiato che, come lui stesso ha condiviso, è venuto “dal deserto al mare” e che non ha mai smesso di camminare, di farsi spazio tra le difficoltà, raggiungendo con orgoglio tanti successi. Un messaggio di speranza e inclusione meritevole di attenzione e ammirazione.

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