La Sostenibilità come volano di sviluppo per le aziende Italiane
03.03.2023
Se, fino a qualche decennio fa, il tema dello sviluppo incentrato sulla sostenibilità riconduceva principalmente a questioni meramente ecologiche e ambientali, oggi è innegabile come invece esso riguardi sempre più direttamente anche il mondo del lavoro e, di conseguenza, il settore economico-produttivo, così come l’intera società.
Per mitigare il cambiamento climatico in atto, l’UE prevede il raggiungimento di diversi obiettivi, tra cui la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990 e, entro il 2050, il perseguimento del target ambizioso della neutralità climatica (zero amissioni di CO2 in atmosfera). Questo significa che anche le aziende Italiane dovranno diventare sempre più “green”, definendo obiettivi di riduzione delle emissioni legate a importanti modifiche del proprio modello di business o del processo produttivo.
Per queste ragioni, essere sostenibili per un’azienda non significa soltanto abbattere le emissioni e ridurre il proprio impatto ambientale sul Pianeta, ma anche programmare e definire in modo innovativo, così come aumentare il benessere economico e sociale, senza pregiudicare la competitività aziendale. Pertanto, in questi anni, la Sostenibilità – inizialmente concepita come mera prospettiva di transizione energetica ed ecologica – è diventata un vero e proprio business che si sta evolvendo, puntando oggi ad una completa trasformazione della società, delle aziende e delle persone.
A delineare questo nuovo scenario, che vede le imprese italiane accelerare il proprio impegno verso questi temi, sono sempre più studi sia a livello nazionale che mondiale, ed è innegabile, come un’economia green e rispettosa dell’ambiente rappresenti la migliore risposta alle varie crisi (ambientale, energetica e digitale) che stiamo attraversando. Da sottolineare, poi, che anche le imprese giovanili stanno procedendo nella direzione “ecosostenibile”, con il circa 47% delle imprese di under 35 che, nel passato triennio, hanno investito nella “green economy”. L’Italia vanta anche il primato di giovani e donne in agricoltura, dove gli under 35 alla guida di un’impresa agricola sono oltre 56 mila, mentre un’azienda agricola su quattro è guidata da donne, per un totale di quasi 210 mila imprenditrici (ultimi dati forniti dal Rapporto GreenItaly dell’ottobre scorso).
Inoltre, negli ultimi anni, l’Italia si sta dimostrando essere leader in Europa e nel mondo per numero di certificazioni ambientali – Ecolabel, Emas, UNI EN ISO 14001, e simili – rilasciate da organismi accreditati, con migliaia di aziende che hanno optato per una scelta “green”. Il voler perseguire questa strada, con sempre maggiore diffusione e interesse da parte delle imprese, sta contribuendo al raggiungimento di un modello di sviluppo e consumo sostenibile e virtuoso per l’ambiente, favorendo una migliore gestione delle risorse, la responsabilizzazione diretta nei riguardi dell’ecosistema e promuovendo, tra l’altro, l’informazione al pubblico sul miglioramento delle prestazioni ambientali di processi e prodotti. Si tratta di strumenti assolutamente importanti di autocontrollo e responsabilizzazione, in quanto si basano sulla responsabilizzazione diretta dei produttori che possono incidere positivamente sul miglioramento delle condizioni ambientali e sulla costruzione del dialogo tra tutti i soggetti interessati (Pubblica Amministrazione, Parti Sociali, privati cittadini, ecc.).
Per queste ragioni, le Parti Sociali, devono condividere con fermezza il tema della Sostenibilità e l’obiettivo strategico della Just Transition, fatto proprio e sviluppato dal Sindacato a livello nazionale ed internazionale, per definire tutta una serie di interventi sociali necessari per assicurare il lavoro e il sostentamento delle lavoratrici e dei lavoratori, incentivando i Governi affinché si impegnino a garantire occupazione ed accompagnare queste trasformazioni attraverso la creazione di opportunità di occupazione dignitose.
Pertanto, la UIL – in Italia e in Europa – continuerà a chiedere politiche serie di transizione in grado di garantire ed assicurare un forte sostegno pubblico che sia efficace (e condiviso) in periodi complessi come quello che stiamo vivendo – di forte ristrutturazione economica – affinché le lavoratrici, i lavoratori, le loro famiglie e le comunità non siano lasciati soli e senza alternative.
Quel che serve oggi al nostro Paese è dare più forza ‘legislativa’ a un’Italia che è già protagonista in Europa sui temi della sostenibilità, in modo anche da alimentare un confronto costruttivo e continuo tra tutti gli stakeholders – istituzioni, imprese e società civile – sui nodi decisivi del lavoro, dell’innovazione, della qualità, del valore dei territori e del rilancio dell’economia con lo sguardo rivolto al futuro e alle giovani generazioni.
L’obiettivo sindacale è chiaro: contribuire a rendere maggiormente competitivo il nostro Paese mediante una politica nazionale in grado di definire programmi, priorità, finanziamenti, ruoli, monitoraggio e aggiornamenti in tema di Sviluppo Sostenibile, come tra l’altro richiesto nel 2015 sia dall’Accordo di Parigi (COP 21) che dall’attuazione dell’Agenda ONU 2030.
Dipartimento Ambiente UIL
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