“La Missione impossibile, Il Psu e la lotta al fascismo”: il libro vincitore del premio Giacomo Matteotti

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10.10.2022

La vittoria di Fabio Florindi, con il libro “La Missione impossibile, Il Psu e la lotta al fascismo”, dell’ambito del Premio Matteotti rappresenta il coronamento di un percorso cominciato nel 2020 con l’esordio della collana di studi storici e politici, nata della collaborazione tra la Fondazione Pietro Nenni e la Casa Editrice della UIL “Arcadia Edizioni”.

Una collana di studi che mira ad approfondire pagine poco conosciute o poco approfondite della storia dei movimenti operai italiani, che coniuga rigore scientifico con approccio divulgativo, pensata per un pubblico di specialisti nel settore della storia contemporanea, ma anche per una platea più ampia di appassionati per dare spazio a studiosi del mondo accademico, ricercatori che provengono dalle istituzioni culturali e giornalisti professionisti.

Il libro di Florindi, arricchito da una bella prefazione del Prof. Maurizio Degl’Innocenti rappresenta, per l’appunto, la prima ricostruzione storica del Partito socialista unitario, un partito sorto cento anni fa (il 4 ottobre del 1922) all’Università proletaria di Roma quando si era consumata, dopo il XIX Congresso del Psi, un’altra frattura in seno al socialismo italiano.

La mozione massimalista e intransigente aveva provocato al congresso l’espulsione dell’ala “riformista” che aveva avallato una soluzione politica alla crisi del governo Facta con l’obiettivo di arginare lo squadrismo fascista, ma invano risuonò, come ci ricorda Nenni in Storia di Quattro anni, il grido di Treves: “divisi siamo inetti per la rivoluzione e per la collaborazione”.

Quella frattura, dopo la scissione comunista di Livorno del 1921, contribuì a dividere e indebolire ulteriormente il socialismo italiano e il fronte antifascista. Il nuovo partito di ispirazione democratica e riformista, saldamente ancorato ai valori delle origini ottocentesche, guidato da personalità del calibro di Turati, Matteotti, Modigliani, Caldara, Morgari, Ferri, Treves, Prampolini, raggruppò diversi socialisti che avevano deciso di non allinearsi al massimalismo di Serrati e in breve tempo aderirono anche alcuni sindacalisti del calibro di Bruno Buozzi e del Segretario della Cgdl D’Aragona e 63 deputati su 122 eletti con il Psi.

Il Partito si dotò anche di un vivace giornale, «La Giustizia» che fu affidato alla sapiente guida di Treves. Il cammino del Psu che come ci ricorda Florindi, predicava un miglioramento costante, ma graduale delle condizioni economiche delle classi proletarie al fine di costruire una  società  in grado di raggiungere “l’eguaglianza del punto di partenza”, fu alquanto complicato; tuttavia, tenace fu l’opposizione al fascismo pagata con la morte del suo segretario Giacomo Matteotti nel 1924.

Nonostante una forte resistenza, il partito avrà pochi anni di vita fino ad essere sciolto dal regime nel 1925. Rinascerà in modo semi clandestino con il nome di Partito socialista dei lavoratori italiani, ma sarà definitivamente sciolto un anno dopo assieme a tutti i partiti non fascisti.

L’autore del libro Fabio Florindi, scrittore e giornalista di spicco dell’Agi, ha ricostruito in modo molto scrupoloso la storia del Psu, consultando una grande quantità di documentazione conservata in archivi italiani e stranieri e ci racconta la vita del partito (i congressi, le conferenze), l’organizzazione e il radicamento territoriale, l’azione di resistenza e la repressione subita.

Un libro importante che ci aiuta a conoscere la storia di un glorioso partito le cui idee possono essere considerate ancora attuali.

Antonio Tedesco, Fondazione Pietro Nenni

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