Invalsi 2023, un’illusione che ci costa (tanto) e serve a poco

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19.07.2023

I risultati delle recenti Prove Invalsi hanno suscitato un acceso dibattito riguardo alle competenze degli studenti italiani. Mentre da un lato si rileva una preoccupante diminuzione delle prestazioni degli studenti italiani a causa della pandemia, dall’altro si evidenzia un primato nel confronto con alcuni Paesi europei (gli studenti italiani comprendono meglio un testo scritto rispetto ai tedeschi, agli spagnoli e ai francesi). Tuttavia, occorre analizzare attentamente questi risultati e valutare la validità e l’utilità del sistema di misurazione dell’apprendimento.

I RISULTATI

Secondo i dati di Invalsi, a partire dalle scuole elementari, emerge una diminuzione delle prestazioni degli studenti.

Le prove di Italiano e Matematica evidenziano risultati inferiori rispetto agli anni precedenti, compresi quelli caratterizzati dalla pandemia e dalla Didattica a Distanza. Ad esempio, nella quinta elementare, il 74% degli studenti raggiunge il livello base di italiano, rispetto all’80% dell’anno precedente. In Matematica, la percentuale si attesta al 63%, rispetto al 66% del 2022.

Anche i risultati in Inglese sono in calo, con l’87% degli studenti che raggiunge il livello A1 nella lettura, contro il 94% dell’anno precedente, e l’81% nella prova di ascolto, rispetto all’85% dell’anno scorso.

Le scuole medie rappresentano un’eccezione, poiché le prove Invalsi di Terza Media indicano una stabilizzazione del calo delle competenze in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021. Tuttavia, non si osserva ancora un’inversione di tendenza significativa, a differenza di quanto avviene per l’Inglese, in cui si registrano miglioramenti.

I dati più allarmanti emergono dalle scuole superiori, soprattutto nelle classi terminali. Sebbene il calo delle competenze si sia quasi arrestato per gli studenti che si sono confrontati con l’esame di Maturità quest’anno, i risultati rimangono preoccupanti. In Italiano, solo il 51% degli studenti raggiunge il livello base, rispetto al 52% dell’anno precedente, mentre in Matematica solamente il 50% dei maturandi raggiunge tale livello. Unico dato positivo riguarda l‘Inglese, con il 54% degli studenti che raggiunge il livello B2 nella prova di reading (+2 rispetto al 2022) e il 41% nella prova di listening (+3 rispetto al 2022).

Da sottolineare anche il divario evidente tra le diverse regioni italiane. Fin dalla seconda elementare si osservano i primi segnali di disparità territoriali, che diventano sempre più marcate nelle scuole superiori. Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna registrano i voti più bassi, con una differenza di ben 23 punti percentuali in Italiano e addirittura 31 punti in Matematica rispetto alle regioni del Nord.

TUTTI I LIMITI DELLE PROVE STANDARDIZZATE

Quest’anno le prove Invalsi sono costate 4 milioni e 900 mila euro, con un bilancio di circa 18 milioni di euro, cifre che non possono passare inosservate mentre tutto il personale della scuola rivendica da anni risorse per migliorare condizioni economiche e stabilità.

Il tutto poi, è finalizzato a fornirci una sola e unica indicazione. Quale? Che la scuola italiana non funziona. Di soluzioni concrete che possano risolvere i problemi citati, neanche l’ombra.

Le prove Invalsi sono messe in discussione per diverse ragioni. Innanzitutto, nonostante misurino le performance degli studenti, non si traducono in azioni concrete per affrontare i problemi strutturali dell’istruzione.

Gli insegnanti italiani, inoltre, hanno scarsa fiducia in questi test e sono costretti a somministrarli senza compenso aggiuntivo. Gli studenti spesso non vedono l’utilità dei test e possono essere tentati di rispondere a caso. I genitori, d’altra parte, non sono adeguatamente coinvolti nel processo decisionale riguardante i test Invalsi. Queste problematiche sollevano dubbi sulla loro reale necessità e sottolineano l’importanza di coinvolgere tutti gli attori nel processo di valutazione.

I test Invalsi, al momento, sembrano rappresentare un investimento costoso e inefficace. È indispensabile una riflessione approfondita sulla loro validità e sulla possibilità di adottare nuovi metodi di valutazione più coerenti con le esigenze del sistema educativo italiano. L’obiettivo deve essere quello di sviluppare una cultura della valutazione che vada oltre la mera misurazione dei risultati, promuovendo un apprendimento significativo e sostenendo gli studenti nell’acquisizione delle conoscenze necessarie per affrontare le sfide del futuro.

Ufficio Comunicazione Federazione UIL Scuola RUA

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