AI: l’uomo e lo sviluppo sostenibile devono essere al centro

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15.02.2024

I risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata il 1° febbraio 2024, evidenziano che in Italia il mercato dell’Intelligenza Artificiale cresce notevolmente. Nel 2023 segna +52% e da qui a 10 anni le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone, inoltre sei grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato qualche progetto di IA.

Mercato del lavoro che cambia

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale spinge fortemente a cambiare le condizioni di accesso al mercato del lavoro e a promuovere lo sviluppo di nuovi servizi, ma serve maggiore attenzione ai dati e alle organizzazioni del lavoro stesso.

In questo contesto emerge chiaramente che l’incertezza sulla dinamica tra perdita e creazione di posti di lavoro, richiederà ai governi e alle parti sociali di prepararsi e affrontare le sfide associate alla digitalizzazione e all’applicazione dell’IA e i loro effetti indesiderati sull’occupazione, sulla protezione del lavoro e sulle imprese.

Anticipare il cambiamento e prevedere gli accessi occupazionali

Alcuni mestieri e lavori scompariranno e molti altri cambieranno. Ciò richiede di anticipare il cambiamento, fornendo le competenze necessarie ai lavoratori e alle imprese. Non in tutte le aziende sarà possibile riconvertire coloro che verranno impattati dall’adozione dell’IA, ma anche laddove ciò sarà possibile, si innescherà un graduale aumento della popolazione inoccupata quale conseguenza della soppressione di alcune mansioni. Inoltre, la richiesta di nuove professionalità non invertirà questo fenomeno perché questa riguarderà data scientist, programmatori, esperti di cloud computing e di cybersecurity. Nella realtà non c’è bisogno di un numero illimitato di questi professionisti, e sono figure difficilmente reperibili sul mercato del lavoro.

Big Data e algoritmi da tenere sotto controllo

Con l’intelligenza artificiale (AI) e i Big Data emergono nuove problematiche sia nell’utilizzo dei dati, in particolare di quelli personali, sia nella gestione algoritmica del lavoro e delle risorse umane, considerando l’impatto che hanno sul rispetto della dignità e dell’integrità dei lavoratori.

Diventa fondamentale e urgente gestire preventivamente tutte le criticità e i rischi in un quadro regolamentare definito e con la contrattazione collettiva, per evitare “un’anarchia digitale” che invece di portare progresso rischierebbe di creare un nuovo “medioevo digitale”.

Una transizione sostenibile

Infine, è necessario porre lo sguardo all’ecosostenibilità della transizione digitale, che non ha un impatto “neutro” sul cambiamento climatico, considerando che i data center consumano molta energia e sono i maggiori produttori di gas serra. Inoltre, utilizzano milioni di litri di acqua ogni giorno per raffreddare gli impianti.

L’adozione dell’Intelligenza Artificiale deve avere l’uomo al centro e lo sviluppo sostenibile all’orizzonte.

Contrattazione Privata, Rappresentanza,  Politiche Settoriali e Ambiente

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