Inflazione e carovita, come cambia il comportamento del consumatore
28.02.2023
Le famiglie spendono di più, ma consumano di meno. È l’effetto del caro vita, entrato nelle tasche dei consumatori e nel carrello della spesa. Nel 2022, secondo l’Istat, l’inflazione ha raggiunto livelli mai visti dal 1985, raggiungendo a fine 2022 il picco dell’11,6%. Un anno difficile, segnato dagli strascichi della pandemia, dal conflitto in Ucraina e dal conseguente aumento delle materie prime che ha innescato una catena di rincari. Solo a titolo di esempio, la Russia e l’Ucraina sono due dei principali esportatori di grano e mais verso l’Europa e l’Ucraina esporta il 50% del girasole nel mondo. L’aumento dei prezzi è causato sì dall’incremento del costo delle materie prime e dei prodotti energetici, ma anche dalla speculazione. A gennaio 2023, sempre secondo l’Istituto di statistica nazionale, i prezzi al consumo sono più alti del 10% rispetto allo stesso mese del 2022. Una percentuale più bassa, ma comunque elevata, che continua a mordere le scelte delle famiglie. I prezzi, insomma, stanno ancora aumentando in fretta, ma sono “contenuti” soprattutto rispetto al calo di quelli di carburanti e dell’energia elettrica a mercato libero. Gli incrementi dei prezzi interessano, in particolar modo, il carrello della spesa che diventa più pesante: acquistare beni alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona costa il 12% in più rispetto all’anno scorso.
Come cambiano le abitudini
L’inflazione è diventata il peggior incubo dei consumatori che per far quadrare i conti e pagare le bollette hanno ridimensionato le proprie abitudini di spesa. Si privilegiano acquisti essenziali e di prima necessità, si rinuncia al superfluo. Si fa a meno anche della qualità e si ricorre al discount. Quando i prezzi aumentano ci si attrezza attraverso una lista della spesa, si dà un taglio agli acquisti impulsivi e di pancia, si cercano offerte e sconti, si sostituiscono prodotti più costosi con quelli più economici. O ancora peggio, quando il costo della vita diventa insostenibile, si attinge dai propri risparmi. Per far fronte all’impennata del caro vita e alle continue fiammate dei prezzi energetici e del carburante, si parla di oltre 41 miliardi di euro di risparmi mangiati dall’inflazione.
Prezzi su, salari giù
Aumentano i prezzi, ma non i salari e le pensioni che, invece, restano fermi al palo. Se, infatti, da un lato l’inflazione cresce; i salari, tra i più bassi d’Europa, sono bloccati da decenni e cala progressivamente il potere d’acquisto delle famiglie. Un impatto serio che evidenzia tutte le fragilità e il clima di incertezza delle famiglie italiane, allargando sempre più la forbice della disuguaglianza nel nostro Paese. È una situazione di estrema difficoltà destinata, purtroppo, a peggiorare. Si tratta di un’emergenza sociale alla quale bisogna rispondere immediatamente per calmierare i prezzi e contrastare le eventuali speculazioni. Bisogna farlo ora perché le condizioni sono cambiate, non sono più quelle di un anno fa. È diminuito il costo dell’energia, una delle ragioni alla base degli aumenti dei prezzi, e sono tornati quasi ai prezzi pre-guerra i costi della gran parte dei cereali. È diventato quanto mai urgente frenare la corsa dei prezzi per dare maggiore fiducia e certezze alle persone che non intravedono spiragli di luce.
Ufficio Comunicazione ADOC
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