“Sostenere le transizioni con percorsi innovativi e di orientamento. L’analisi della domanda dei giovani”

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15.06.2023

Si è svolto ieri presso la sede dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche INAPP) il seminario durante il quale sono state presentate le evidenze di un’indagine svolta in collaborazione da INAPP, Anvur, SINAPSI e GEO relativa alla domanda di orientamento dei giovani dai 15 ai 29 anni, con l’obiettivo di identificare modelli di azione in grado di indirizzarli efficacemente verso le loro scelte formative e professionali.

Non ci sono politiche per l’orientamento 

Lo studio presentato è stato particolarmente esaustivo e dettagliato, come del resto è nello stile dei ricercatori INAPP, ma i dati riportati purtroppo non fanno che confermare, con nostra grandissima preoccupazione,  quanto già da tempo sappiamo e che, come UIL, continuiamo a sottolineare in tutte le sedi opportuno – come, ad esempio, la settimana scorsa in un documento congiunto con la UIL Scuola, indirizzato al Ministero dell’Istruzione e del Merito -, cioè l’assenza nel nostro Paese di politiche per l’orientamento che possano definirsi effettivamente tali.

I provvedimenti sul tema non mancano: dai due decreti legislativi del 2008 (l’uno dedicato alla definizione dei percorsi di orientamento all’istruzione universitaria e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica e l’altro alla definizione dei percorsi di orientamento finalizzati alle professioni e al lavoro), passando poi per la legge n. 92/2012 di riforma del mercato del lavoro (che prevedeva l’istituzione del Sistema Nazionale di Orientamento Permanente) e la costituzione dell’Atlante del Lavoro e delle Professioni, fino alle recentissime linee guida per l’orientamento del Ministero dell’Istruzione e del Merito (in linea con quanto previsto in proposito nel PNRR).

Il primato italiano dei NEET

Nonostante ciò e qualche recente passo nella giusta direzione, conserviamo ancora in Europa il triste primato per ciò che concerne i NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno in percorsi formativi); abbiamo famiglie, giovani e a volte anche insegnanti che non sono a conoscenza dell’intera offerta di istruzione e formazione ordinamentale che l’Italia è in grado offrire; infine,  i nostri Centri per l’Impiego spesso non sono in grado di assolvere – soprattutto in carenza di personale adeguatamente formato – anche all’attività di orientamento.

Essendo questa la situazione, ben vengano ricerche come quella presentata ieri dall’APP, con il loro bagaglio di preziose informazioni ma, purtroppo, anche con l’ennesimo grido d’allarme, che speriamo non rimanga anche stavolta inascoltato. La UIL, per parte sua, continuerà a sottolineare con forza e insistenza quanto politiche dell’orientamento serie, coordinate e innovative – in un mondo del lavoro che cambia sempre più velocemente e che richiede altrettanto velocemente il possesso di competenze adeguate e di qualità – siano oggi più che una necessità per giovani e meno giovani, se veramente è intenzione di questo Paese non sprecare i propri talenti.

Servizio Lavoro, Coesione e Territorio UIL

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