In Europa e in Italia sono ancora troppe le morti precoci per inquinamento
19.09.2023
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente aggiornato il rapporto “Preventing desease through healthy environments. A global assessment of the burden of disease from environmental risks” divulgando dati a dir poco allarmanti circa le conseguenze per l’organismo umano derivanti dall’esposizione prolungata allo smog nel continente europeo.
500.000 morti premature
Si stima, infatti, che ogni anno in Europa si verifichino quasi 500.000 morti premature (6 milioni in tutto il mondo) a causa dell’inquinamento atmosferico, facendo corrispondere quest’ultimo alla quarta causa di malattia e morte a livello globale, subito dopo l’ipertensione, il fumo e la malnutrizione.
In Italia, sempre stando al documento, la percentuale di malattia, disabilità o morte prematura da riferire alle patologie respiratorie croniche si attesterebbe intorno al 3,7%, pari a 669.000 casi: di questi, il 75,5% sarebbe dovuto a forme di broncopneumopatia cronica ostruttiva (505.000), mentre il 15,8% all’asma bronchiale (106.000).
In generale, i decessi dovuti a malattie non trasmissibili (MNT), compresa l’esposizione al fumo di tabacco di seconda mano, costituiscono il grosso delle morti per inquinamento. Stiamo parlando, nello specifico, di ictus e malattie cardiovascolari, tumori e forme respiratorie croniche che da sole, quindi, rappresentano praticamente i due terzi dei decessi correlati all’inquinamento.
A rischio soprattutto le fasce più fragili
I rischi ambientali incidono in maniera più pesante sui più piccoli e sugli anziani: i bambini sotto i 5 anni e gli adulti di età compresa tra 50 e 75 anni sono, infatti, i più colpiti. Ed è assurdo pensare che, ogni anno, la morte di 1,7 milioni soggetti sotto la soglia del quinto anno di vita e di 4,9 milioni di adulti di età compresa tra 50 a 75 potrebbe essere evitata semplicemente attraverso una migliore gestione ambientale.
Quelli appena esposti sono i numeri preoccupanti che fanno da sfondo all’iniziativa Healthy Lungs for Life, la campagna di sensibilizzazione globale sull’importanza della salute dei polmoni, promossa da European Lung Foundation (ELF) in collaborazione con l’European Respiratory Society (ERS). L’obiettivo è quello di intervenire proprio su questa situazione così allarmante, puntando su una maggiore consapevolezza dei rischi che porti rapidamente all’adozione di uno stile di vita più sano e su una generale riduzione delle emissioni nocive in atmosfera.
Inquinamento e mondo del lavoro
La questione dell’inquinamento da polveri sottili e da altre sostanze dannose per la salute umana e la salubrità dell’ecosistema globale ha conseguenze sullo stato dell’Ambiente, sul benessere delle persone e sul lavoro. Oltre il settore dei trasporti, ritenuto maggiormente responsabile delle emissioni climalteranti, non dobbiamo dimenticare che sussistono diversi altri fattori capaci di contribuire a rendere insalubre l’aria che respiriamo quotidianamente. Fra questi, senza dubbio, vanno annoverati il riscaldamento degli edifici pubblici e privati e le emissioni industriali che, favorite dal cambiamento climatico, generano sempre di più fenomeni di inquinamento atmosferico, a sua volta responsabile dei danni agli apparati respiratori e cardiaci soprattutto di bambini, persone anziane e soggetti fragili.
Le misure rappresentate dal blocco della circolazione dei mezzi maggiormente inquinanti, spesso adottate da molte amministrazioni comunali in casi di estrema criticità, sono apparentemente corrette, ma non bastano da sole a risolvere il problema.
Le proposte della UIL
Come UIL, riteniamo da sempre che la trasversalità delle cause dell’inquinamento atmosferico ci ponga di fronte ad eventi e conseguenze sui quali non è più necessario dibattere, ma agire concretamente e con certezza dei tempi.
Potenziare la mobilità sostenibile, ridurre l’uso delle autovetture private, incentivando il ricorso ai mezzi di trasporto pubblico, incrementare la vendita e favorire l’acquisto di nuovi veicoli a basso impatto ambientale, adeguare il patrimonio edilizio esistente al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili, creare spazi verdi urbani più numerosi e diffusi e incoraggiare stili di vita rinnovati in chiave green: l’insieme di queste buone pratiche deve essere il leitmovit sia della politica nazionale e sovranazionale, sia delle azioni di ognuno di noi.
Solo agendo in questo modo, sarà possibile avviare percorsi concreti verso un modello di sviluppo che, da una parte, crei lavoro di qualità e maggiore benessere delle persone, dall’altro sia in grado di contenere i costi per la salute umana.
L’obiettivo che deve guidarci è proprio la costruzione di quel modello virtuoso, resiliente e sostenibile che dovrà essere in grado di fronteggiare situazioni di emergenza e di mettere al primo posto, sempre, la salvaguardia del Pianeta.
La UIL, dal canto suo, continuerà a fornire il proprio supporto alle lavoratrici, ai lavoratori e ai cittadini perché è nostro preciso dovere operare al fianco dei governi e delle Istituzioni per cercare di pianificare insieme un futuro diverso, più attento alla tutela dell’Ambiente, tenendo sempre presenti le strette connessioni fra quest’ultimo e l’occupazione.
Dipartimento Ambiente UIL
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