Il Sindacato delle persone
23.10.2022
Viviamo una stagione molto difficile, in cui la crisi morde, i volti della povertà aumentano e manca il lavoro, quello sicuro e dignitoso.
Se neanche i principali diritti costituzionalmente garantiti sono esigibili si può parlare di una compiuta cittadinanza?
A due passi da noi, dalle coste del Mediterraneo continuano a consumarsi nell’indifferenza guerre e carestie, che costringono milioni di persone a fuggire in cerca di fortuna. Oggi, anche l’Ucraina vive questo dramma. Possono costoro dirsi cittadini?
Se l’ascensore sociale si blocca, non si riesce ad avere accesso ai servizi di assistenza per chi è più fragile, se si è espulsi dal sistema della salute per l’impossibilità di pagare farmaci o prestazioni, se è negato il diritto all’istruzione, si può parlare di cittadinanza?
E senza dimenticare un Mezzogiorno lasciato a se stesso e fermo nel tempo.
Platee crescenti di persone vivono in una condizione di emarginazione sociale ed economica, altri persino nell’invisibilità istituzionale.
Tutte queste persone possono dirsi cittadini?
E allora, mentre continuiamo a lottare e rivendicare, dobbiamo aggiornarci e cambiare anche noi, allargando gli orizzonti, guardando con più forza a vecchi e nuovi bisogni, in una società la cui soglia dei diritti è regredita.
E giunta l’ora di andare oltre il Sindacato dei Cittadini e diventare quello che già siamo praticando l’Umanità e la Solidarietà: il SINDACATO DELLE PERSONE.
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L'Appunto
di Pierpaolo Bombardieri

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