Il ritorno di El Niño punta ancora i riflettori sul cambiamento climatico

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14.07.2023

Oggigiorno, siamo sempre più sottoposti al manifestarsi di fenomeni climatici estremi, frequenti e devastanti. Ormai, nessuno ha più dubbi che siano in atto mutazioni nel clima del nostro Pianeta e che le responsabilità siano in gran parte da attribuire all’uomo.

Che cos’è El Niño?

Per descrivere appieno questa situazione possiamo far riferimento a El Niño, fenomeno climatico di riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico, vale a dire una corrente di acqua calda che scorre periodicamente lungo la costa dell’Equador e del Perù, in grado di influenzare l’andamento delle temperature e gli eventi meteorologici anche nel resto del mondo.

Solitamente questo fenomeno si presenta in un periodo di tempo che oscilla tra i due e i sette anni, con episodi che durano in media da nove a dodici mesi. Quest’anno il clima mondale è di nuovo minacciato da questo evento, facendo scattare l’allarme dell’Organizzazione Meteorologica Internazionale (WMO – World Meteorological Organization) che ha dichiarato che questa sarà una estate rovente, che probabilmente supererà ogni limite finora mai raggiunto.

Le conseguenze del cambiamento climatico

Secondo la Noaa (National Ocean and Atmospheric Administration – Amministrazione nazionale per l’oceano e l’atmosfera), invece, El Niño si rafforzerà gradualmente durante l’inverno 2023-2024 nell’emisfero settentrionale, con una probabilità dell’84%, e sarà passibile di causare delle anomalie termiche superiori a 1,5°C. Al contrario di quanto dichiarato dalla WMO, perciò, la Noaa ritiene che l’evento non sarà più forte, ma certamente paragonabile in intensità a quello verificatosi nel 2016. La sua comparsa certamente desta forte preoccupazione in merito a siccità e alluvioni che hanno già fortemente colpito anche il nostro Paese durante questi ultimi anni. Infatti, solitamente genera inverni più secchi e freddi sul Nord Europa e più umidi e piovosi sul Sud del continente.

Il clima della Terra – lo dimostrano proprio eventi quali il ritorno più frequente del Niño – si sta trasformando più velocemente che in qualsiasi momento della storia della civiltà moderna, principalmente a causa dell’attività antropica. L’intero Pianeta è investito da questo fenomeno, con conseguenze più o meno drammatiche a seconda delle aree geografiche. Innalzamento delle temperature, desertificazione, siccità, scioglimento dei ghiacci perenni, manifestazioni naturali estreme sono solo alcuni degli effetti: il climate change, infatti, sta provocando anche migrazioni di massa e conflitti per le risorse naturali.

Verso una giusta transizione

È per questo che, mai come in questo delicato momento storico, i temi della lotta al cambiamento climatico e di una Giusta Transizione che sia in grado di garantire la salvaguardia dell’Ambiente, della salute e dell’occupazione di qualità per tutti, appaiono determinanti. Per assicurare un futuro al nostro mondo e alle persone che lo abitano, occorre, in tempi brevi, raggiungere una nuova impostazione dell’economia: sostenibile, equa e non fondata sul carbonio di origine fossile, in grado di resistere a quel livello di trasformazione del clima che, ormai, siamo certi di non poter più evitare.

Gli accordi dell’Italia sul clima

In ambito nazionale, gli impegni assunti dall’Italia con l’Accordo di Parigi (COP 21 del 2015), il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – accompagnati dalla Strategia europea per la decarbonizzazione, che punta al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, così come dalla necessaria revisione (in corso) del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) – impongono un radicale ripensamento dell’attuale modo di produrre e di lavorare. Ciò sarà possibile solo a fronte di un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti (come espresso nel preambolo della COP 21), in quanto le sfide che abbiamo di fronte sono epocali e non ammettono errori.

Consapevole del fatto che il cambiamento può e deve iniziare anche dai luoghi di lavoro, la UIL è impegnata – da sempre e attraverso un’azione quotidiana svolta direttamente sul campo, tramite la negoziazione e la contrattazione – nella promozione di uno Sviluppo che sia realmente Sostenibile e nel rispetto dei valori congiunti di giustizia sociale e climatica, così come nella tutela del Lavoro e della centralità della persona.

Ognuno deve fare la propria parte

Ognuno di noi, con una grande assunzione di responsabilità, deve sentirsi coinvolto nella lotta al cambiamento climatico.  Occorre pertanto adottare tempestivamente – da parte del Governo e delle Istituzioni – misure efficaci per mitigarne gli effetti, attraverso azioni straordinarie di prevenzione e di controllo, investendo nella salvaguardia del territorio, nell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio e nelle risorse rinnovabili.

Se anche la società civile non farà la propria parte e non agiremo al più presto, saremo costretti ad assistere ad eventi sempre più drammatici e a uno stravolgimento irreversibile dell’ecosistema globale, che davvero non possiamo permettere avvenga.

Dipartimento Ambiente UIL

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